L’algoritmo dei social network non è art-friendly. Facebook, Instagram e Tik Tok, infatti, ripetutamente hanno bannato come pornografici i post contenenti opere d’arte di nudo. Dopo l’ennesima cancellazione dei loro post promozionali, alcuni musei di Vienna hanno scelto una via alternativa: aprire un account su OnlyFans.
OnlyFans è un sito web che offre servizi per adulti. In pratica, è un luogo a cui gli utenti accedono con il preciso obiettivo di trovare contenuti sessualmente espliciti. Adesso tra questi contenuti ci sono anche alcune opere d’arte custodite nei musei viennesi dell’Albertina e del Leopold Museum. Quadri del livornese Amedeo Modigliani, ad esempio, o di Egon Schiele.
Vienna e i social: una (lunga) battaglia sul nudo artistico
A luglio l’account Tik Tok dell’Albertina è stato prima sospeso e poi definitivamente bannato. Perché? Semplice: ha violato i termini di utilizzo pubblicando i lavori del fotografo Nobuyoshi Araki, molti dei quali erano foto di donne senza veli.
La nudità femminile, infatti, non piace ai social network. E non si tratta solo diTik Tok, nato in Cina e solo in un secondo momento sbarcato in Europa. Anche le piattaforme occidentali si comportano allo stesso modo. Instagram, ad esempio, tende a rimuovere le immagini di donne in topless. Il capezzolo femminile viene automaticamente segnalato dall’algoritmo come contenuto inappropriato. Lo stesso non accade ai capezzoli maschili, il che ha spinto alcune attiviste a ritoccare digitalmente le loro foto, coprendo i loro capezzoli con i capezzoli di un uomo per aggirare e allo stesso tempo ridicolizzare la censura del social network.
Ma i problemi dei musei viennesi con le piattaforme social non sono una novità. Già nel 2018, infatti, un post del Museo di Storia Naturale di Vienna, contenente una foto della statuetta preistorica della Venere di Willendorf, era stato rimosso da Facebook. Contenuto pornografico, secondo l’algoritmo dell’app di Zuckerberg. A settembre, tre anni dopo, stesso problema: Facebook ha segnalato un post del Leopold Museum come “potenzialmente pornografico”.
La scelta dell’ente del Turismo viennese di ricorrere a OnyFans arriva, quindi, dopo anni di tribolazioni e difficoltà nella promozione sul web di alcune mostre e opere. E non è stata indolore. Come ha scritto Lucio Luca su Repubblica, infatti, “ha fatto discutere non poco la scelta di un ente pubblico di ricorrere a un sito privato frequentato da chi cerca contenuti sessuali espliciti”. Ma l’ente del Turismo di Vienna, nonostante le polemiche, rivendica questa decisione. Doveva essere una provocazione, e ha funzionato.