La scuola cinese è stata, finora, sinonimo di stacanovismo e competizione sfrenata. Gli istituti di Pechino sono noti per i ritmi impegnativi e stressanti, al limite del sostenibile, che impongono ai loro studenti. Adesso, però, qualcosa potrebbe cambiare. Due giorni fa, infatti, il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, massimo organo legislativo cinese, ha approvato una nuova legge che riduce i compiti degli alunni.
Il testo, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2022, raccomanda alle scuole e ai genitori di diminuire il peso dei compiti a casa e di limitare le ripetizioni private. L’obiettivo dichiarato è “organizzare appropriatamente” il tempo dei ragazzi, dividendolo tra studio, riposo e attività fisica.
Al taglio dei compiti si aggiungono altre misure, tra cui alcune disposizioni relative al web. Ad esempio, i genitori, in quanto tutori legali dei loro figli, hanno anche la responsabilità di “evitare che i ragazzi diventino dipendenti da Internet” (Corriere).
Questa decisione arriva qualche mese dopo lo stop ai videogiochi, deciso dal governo di Xi Jinping alla fine dell’estate. Stando alle nuove regole, i ragazzi cinesi ora possono usare i videogiochi solo per un’ora al giorno, tre giorni a settimana (venerdì, sabato e domenica).
Non è presente nel testo attuale, invece, la clausola sulla colpevolezza dei genitori in caso di comportamenti criminali dei figli. Questa ipotesi, discussa la settimana scorsa, prevedeva di sottoporre i genitori dei ragazzi con comportamenti estremamente negativi a un apposito programma di orientamento, ritenendoli di fatto colpevoli per non aver educato adeguatamente la prole.
La nuova “Legge sull’Educazione familiare” è solo l’ultimo dei provvedimenti con cui il governo di Xi Jinping entra nelle case delle famiglie cinesi. In precedenza, ad esempio, il governo si è espresso più volte sul numero dei figli che le coppie dovrebbero avere: abbandonata definitivamente la politica del figlio unico, le famiglie cinesi sono state autorizzate ad avere due figli e, recentemente, anche un terzo. In questo modo Xi Jinping spera di riportare il segno “più” nelle statistiche sulle nascite in Cina, scongiurando il calo demografico.
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