Esteri

Dopo il Covid, l’aviaria? Preoccupazione per i contagi in crescita in Cina

La Cina comunica un aumento di casi di aviaria all’OMS: quest’anno 21 le persone infettate contro le 5 dell’anno scorso. Il ceppo sarebbe cambiato, mettendo in allarme gli esperti.

Stando alle ultime informazioni comunicate, ci sarebbe in circolo un nuovo ceppo che “potrebbe essere più contagioso per le persone”. 

Nonostante le infezioni siano notevolmente inferiori rispetto alle centinaia di contagiati di H7N9 registrate nel 2017, la situazione resta preoccupante.

Thijs Kuiken, professore di patologia comparata a Rotterdam, spiega come questa nuova variante, il sottotipo H5N6, causi un’elevata mortalità.

Secondo uno studio riportato da Il Messaggero: «L’aumento della diversità genetica e della distribuzione geografica dell’H5N6 rappresenta una seria minaccia per l’industria del pollame e soprattutto per la salute umana».

Il 13 ottobre, una donna di 66 anni è stata ricoverata in condizioni critiche all’ospedale di Hong Kong. Nell’ultimo anno sono state registrate 6 morti provocate del nuovo ceppo infettivo.

Nuovo ceppo di aviaria: il rischio per la Cina

I virus di influenza aviaria non sono una novità: con frequenza, infatti, circolano tra gli uccelli domestici e selvatici.

Nonostante ciò, fino ad ora non sono stati riscontrati casi di contagio tra uomo ed uomo: il ciò significa che una persona, per infettarsi, deve entrare in diretto contatto con un volatile.

Tra i primi produttori di pollame troviamo proprio la Cina, la quale si trova il pol position anche nell’allevamento di anatre.

La paura è che la nuova infezione possa trasformarsi in una vera e propria pandemia, qualora il virus si evolvesse ulteriormente, diffondendosi  di pollaio in pollaio,

Al momento, comunque, non ci sono dati che possano motivare una vera situazione di panico ma, considerato quanto successo a causa del Covid-19, l’allarme resta alto.

La Cina dispone di un vaccino contro l’influenza aviaria, ma il timore è che questo non sia efficace contro eventuali varianti, come quelle registrate nella provincia sudoccidentale del Sichuan.

 

 

Chiara Casagrande

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