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Giulia Schiff, l’ex allieva ufficiale che sfida il nonnismo: le sue parole prima del processo

Continua la lotta di Giulia Schiff, ex allieva ufficiale dell’Accademia Aeronautica: il processo per caso di  nonnismo si terrà a Latina il 5 novembre.

8 i sergenti del 70esimo Stormo dell’Aeronautica di Latina denunciati di nonnismo dalla Schiff nel 2019, durante il cosiddetto “battesimo di volo”, avvenuto nell’aprile del 2018.

«Mi hanno rovinato la vita. Non voglio commiserazione, merito giustizia». Queste sono le parole dell’ex pilota, dopo che il Consiglio di Stato ha confermato la sua espulsione dall’Aeronautica militare.

Triste e amareggiata dalla decisione comunicatale, Giulia J Schiff confida nel fatto che il tribunale di Latina le garantirà quella giustizia che sente di non aver ricevuto.

La 22enne di Mira, provincia di Venezia, confessa che dopo essere stata espulsa per  “Inattitudine militare e professionale”, negli due anni, è riuscita a volare solo una decina di volte.

“Mi manca volare, sono un pilota. Grazie a degli amici, sono riuscita a pilotare un aereo qualche volta, ma è molto costoso farlo come privato”. 

Giulia Schiff non si arrende

La giovane dice anche di aver trovato un po’ di conforto nello skydiving, sport che le consente comunque di stare in alto, nel cielo che tanto ama. Eppure, naturalmente, non è la stessa cosa.

Durante il famoso “battesimo del volo”, sarebbe stata colpita ripetutamente sul fondoschiena con un fustello di legno, dopo essere stata immobilizzata. In seguito, tra urla di dolore e lacrime, è stata gettata in piscina.

Il video mostra un vero e proprio atto di violenza ripetuta nei confronti della ragazza, tanto che la procura militare ha mosso accusa contro gli 8 sergenti.

Nel 2019, però, arriva la decisione dell’Aeronautica militare: il percorso di formazione dell’allieva si sarebbe concluso lì.

Eppure, né i giudici del Tar del Lazio, né la Seconda sezione del Consiglio di Stato, hanno giudicato come vessatoria la decisione presa dall’Accademia.

Secondo i magistrati, infatti, non ci sono sufficienti prove che indichino una ritorsione nei confronti della giovane.

Non è bastato, pertanto, far notare come dopo il fatto non ci siano stati provvedimenti nei confronti dei sergenti, ma solo sanzioni nei confronti della Schiff da parte dei suoi superiori.

Il caso resta aperto e la Schiff è più agguerrita che mai. Non rimane che attendere l’inizio del processo.

Chiara Casagrande

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