Chi era Antonia Terzi, prima donna ingegnera nel mondiale di F1?

Quando le chiedevano che cosa volesse fare da grande, Antonia Terzi rispondeva “Disegnare auto. Non modellini: vere e per la F1(Gazzetta dello Sport). È iniziata così la storia della prima donna ingegnere della Ferrari, una delle prime in tutta la Formula 1. Storia che si è conclusa precocemente il 31 ottobre, a Londra, dove Terzi è morta a causa di un incidente stradale ad appena cinquant’anni.

La carriera di Antonia Terzi iniziò con una laurea in ingegneria dei materiali all’Università di Modena, a cui seguì un PhD in ingegneria, con focus sull’aerodinamica, alla Exeter University (UK), quando l’ingegneria era ancora considerata solo “roba da maschi“.

Poi arrivò la Formula 1. In origine fu la Ferrari degli anni d’oro di Jean Todt e Michael Schumacher, dopodiché la Williams. Dopo cinque stagioni passate al Cavallino, infatti, Terzi fu notata dalla scuderia britannica, per la quale lavorò fino al 2004.

In un periodo in cui le donne in Formula 1 avevano principalmente mansioni legate alle sponsorizzazioni o alla comunicazione, Terzi fu una delle prime a entrare nei box. Progettava le monoposto e, tra le altre cose, inventò il “muso a tricheco“, modificando la parte anteriore della macchina per favorire il passaggio dell’aria. La sua fu, dunque, un’esperienza pionieristica in un mondo in cui la presenza femminile resta scarsa. Dal 1950 ad oggi, ad esempio, solo cinque donne hanno pilotato una monoposto di Formula 1.

Lasciata la F1 al termine dell’esperienza alla Williams, Terzi passò alla ricerca accademica all’Università di Delft e poi all’Università di Canberra (Australia), dove dal 2020 era professoressa ordinaria.