Scienza

Cos’è il bioterrorismo e perché dovrebbe preoccuparci

Bioterrorismo” sembra una parola uscita direttamente da un romanzo di fantascienza, eppure indica un rischio che secondo alcuni studiosi è più che mai reale. Quella da Covid-19, dunque, potrebbe non essere l’ultima pandemia. Anzi, forse è solo la prima di una serie di emergenze e minacce biologiche per l’umanità. A divulgare questa teoria, tra gli altri, ci ha pensato Bill Gates.

La macabra profezia di Gates: “prepararsi alla prossima pandemia”

In una recente intervista, il fondatore di Microsoft ha dichiarato che gli Stati dovrebbero già iniziare a prepararsi alla prossima pandemia. Questo significa investire miliardi nella ricerca, in modo da essere pronti a reagire in caso di una nuova emergenza globale, che sia di origine naturale o, ancora più probabile secondo Gates, artificiale.

Il miliardario statunitense, infatti, è convinto che le armi batteriologiche rappresentino la nuova frontiera del terrorismo, e quindi un’imminente, pericolosissima sfida per l’umanità. Ad esempio, i terroristi potrebbero utilizzare il vaiolo come arma di distruzione di massa. “Potreste dire, ok, e se un bioterrorista portasse il vaiolo in dieci aeroporti? Ma sapete, come reagirebbe il mondo? Ci sono epidemie causate naturalmente ed epidemie causate da bioterrorismo che potrebbero anche essere molto peggiori di quelle che abbiamo vissuto oggi” ha detto Gates al Daily Star.

Walter Russell Mead, esperto di strategia politica, è sulla stessa lunghezza d’onda del patron di Microsoft. Sul Wall Street Journal, infatti, Russell Mead ha riflettuto sulle potenzialità – e i pericoli – delle armi biologiche per Stati in conflitto tra loro. “Il ventunesimo secolo sembra essere l’era della biologia, dove la capacità di sguinzagliare verso il nemico malattie frutto dell’ingegneria genetica darà ad alcune nazioni enormi vantaggi” ha scritto.

Bioterrorismo, una minaccia non del tutto nuova

Il bioterrorismo, nonostante il rilievo che questo tema sta assumendo dopo il Covid, non è nato negli anni Venti del XXI secolo.

Già nel 1763, infatti, l’esercito britannico utilizzò coperte infestate dal vaiolo come arma contro i nativi americani, per sedare la rivolta di Fort Pitt (l’attuale Pittsburgh).

Dopodiché, durante la Seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna, la Germania e soprattutto il Giappone avviarono dei programmi di sperimentazione di armi biologiche e chimiche.

È con il nuovo millennio, tuttavia, che il bioterrorismo ha iniziato a preoccupare gli esperti anche in periodo di pace. Nel 2001, ad esempio, come ricorda Wired, negli Stati Uniti ci fu una prima ondata di attacchi batteriologici: più di venti persone tra politici e giornalisti ricevettero buste contenenti polvere di antrace. Cinque di loro morirono a causa dell’infezione polmonare che l’antrace è in grado di provocare.

 

Sara Bichicchi

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