Pausa pranzo. L’operaio, insieme ai colleghi, entra in una rosticceria: “Una vaschetta di pollo e patate, per favore”. Prima gli ampi gesti della mano, poi l’agghiacciante frase della proprietaria: «Non hai capito, te ne devi andare. I neri qua dentro non li voglio». Trani, 2021.
La vicenda, stando a quanto racconta Trani Live, sarebbe accaduta circa un mese fa, nei primi giorni di ottobre.
Martin, operaio originario del Benin, stato dell’Africa occidentale, sarebbe stato l’unico tra i suoi colleghi a tornare a mani vuote dalla rosticceria, in cui avevano deciso di trascorrere la pausa pranzo.
Dopo aver avuto l’ “ardire” di ordinare un cartoccio di pollo con patate, all’uomo, con poca cordialità, è stato più volte intimato di andarsene.
A nulla sono serviti i suoi tentativi di spiegare alla titolare che non era una mendicante, bensì un cliente pronto a pagare le pietanze come tutti gli altri.
Ma a quanto, pare, agli occhi della proprietaria della rosticceria, Martin non era come “tutti gli altri”.
Un razzismo senza fine: la polemica di Tribuzio
Nel locale, solo una cliente avrebbe preso le difese dell’operaio, il quale, per evitare ulteriori discussioni, ha deciso di tornare in cantiere, dove lo stavano attendendo i colleghi.
Questi ultimi, profondamente indignati per l’accaduto, sarebbero tornati nella rosticceria per chiedere delucidazioni in merito. La signora si è giustificata dicendo: «Sono ignorante, lo so, ma io ragiono così».
La notizia ha raggiunto, però, le orecchie di Marco Tribuzio, direttore del Banco delle Opere di Carità di Bari, la cui opinione non ha fatto ritardo sui social.
Tribuzio riporta l’accaduto su Facebook nei minimi dettagli, dicendosi incredulo di come un simile episodio possa ancora accadere nel 2021.
Aggiunge, inoltre, che sporgerà una denuncia nei confronti della titolare della rosticceria.
Si ricorda, infatti, che in Italia, ogni fenomeno di razzismo è perseguito dalla Legge Mancino, che “vieta ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.