Cosa sta succedendo in Kazakhstan e chi è il “sultano” Nazarbaev?

Si infiammano le proteste per il caro energia in  Kazakhstan: la Russia invia una “forza di pace” per stabilizzare la situazione e la polizia spara sui manifestanti.

Stando a quanto riportano le stesse forze di sicurezza kazake, mentre in tutto il paese continuavano le proteste iniziate domenica, decine di manifestanti sarebbero stati uccisi dalla polizia.

A scendere nelle piazze di Almaty, Aktobe, a Zhanaozen sono stati operai e lavoratori, per protestare contro l’aumento dei prezzi del gas.

Il combustibile Gpl, infatti, ha subito un rialzo da 60 a 120 tenge, il corrispettivo di 10 e 20 centesimi: l’aumento è dovuto alla fine dei sussidi pubblici sui carburanti che lo stato aveva stabilito due anni prima.

Secondo le dichiarazioni ufficiali: «La scorsa notte le forze estremiste hanno tentato di prendere d’assalto gli edifici amministrativi e il dipartimento di polizia di Almaty, oltre a dipartimenti e posti di polizia locali».

Sarebbero migliaia i feriti durante gli scontri, tra cui 353 agenti; 12 uomini delle forze dell’ordine avrebbero perso la vita e un ufficiale di polizia sarebbe stato decapitato.

Sommosse in Kazakhstan: chi è il “sultano” Nazarbaev?

Non sono stati sufficienti i reparti di polizia anti-sommossa, le forze speciali anti-terrorismo, né le bombe assordanti o i gas lacrimogeni a fermare le proteste.

Nel paese è stato dichiarato lo stato di emergenza, sono state bloccate le connessioni ad internet ed è stato interrotto il segnale TV. Le proteste sono arrivate fino all’aeroporto di Almaty, dove alcuni “terroristi” hanno preso controllo di 5 aerei.

Tokayev, Presidente kazako, avrebbe richiesto l’intervento dei militari della Russia e di altri paesi membri del Csto, l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva di cui fanno parte diverse Repubbliche ex sovietiche.

Considerato lo stato di massima allerta, Tokayev ha assunto anche i poteri di capo del Consiglio di sicurezza nazionale. La carica era stata mantenuta dall’ex Presidente kazako Nursultan Ábishuly Nazarbaev, dopo le dimissioni nel 2019.

Secondo alcuni pareri, Nazarbaev avrebbe comunque continuato a controllare il Paese de facto, grazie all’autorevolezza acquisita durante il proprio regime, un’autorevolezza rafforzata anche tramite il ruolo di capo del Consiglio di Sicurezza.

L’ex Presidente, infatti, avrebbe anche ampliato i poteri del Consiglio di Sicurezza, trincerandosi dietro ad un ruolo in grado di farlo rimanere ancora attivo nella scena politica del paese.