Continua il clima di tensione fra i vari partiti.
A minare l’andamento dell’attuale Governo questa volta è la riforma fiscale, in particolare nella sua parte relativa alla riforma del catasto (articolo 6).
Il testo è attualmente al vaglio della Commissione Finanze della Camera, il sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra ha sostanzialmente posto un aut aut: senza il via libera alla riforma del catasto, l’esperienza dell’attuale Governo può dichiararsi conclusa.
Cosa prevede la riforma del catasto
Le modifiche poste in evidenza dal testo si identificano con alcune operazioni legislative con il fine di far emergere immobili e terreni non accatastati correttamente o cosidetti “fantasma” (terreni non registrati per i quali i proprietari non pagano tasse).
Una svolta non di poco conto per la gestione catastale dello Stato, la delega punta su strumenti e modelli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei Comuni.
La riforma prevede poi che ciascuna unità immobiliare abbia, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata ai valori normali espressi dal mercato.
Il timore, da più parti, è quello di un aumento delle tasse, ipotesi che al momento non sembrerebbe essere però concreta.
L’articolo 7 della delega precisa infatti che le nuove informazioni non verranno utilizzate per il calcolo di Imu, imposte di registro, tasse di eredità o donazione e reddito Isee.
Il punto maggiormente contestato dalla Lega è quello che riguarda l’attualizzazione delle rendite ai valori di mercato, per i capigruppo del Carroccio: “Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse così com’è la riforma del catasto è da irresponsabili. Il Parlamento ha tutto il diritto di discutere e presentare emendamenti laddove non ci sia convergenza sul provvedimento. Mentre c’è un conflitto in pieno corso in Ucraina e il costo dell’energia è alle stelle, non ci sembra questo il momento di ricorrere alle maniere forti e di portare il dibattito allo scontro istituzionale”.
Forza Italia invece tenta la mediazione proponendo la riscrittura del testo, in una versione che possa favorire l’intesa fra le varie parti.