La pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina stanno impattando negativamente sulla libertà di informazione e la sorte dei giornalisti.
La situazione si presenta come estremamente grave in Russia, in Cina e in generale nell’intero continente asiatico.
A lanciare l’allarme in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa è l’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf) che pubblica la sua classifica 2022 sullo ‘stato di salute’ dell’informazione e l’esercizio della professione in 180 Paesi nel mondo.
Globalmente Rsf ha riscontrato un forte peggioramento nei livelli della libertà di stampa, in particolare in quasi tutto il continente asiatico, in cui la situazione è considerata come molto grave.
La classifica
I primi tre posti della classifica sono stati assegnati a Norvegia, Danimarca e Svezia.
La Germania si trova al 16mo posto mentre la Francia al 26mo.
Gli Stati Uniti arrivano alla 42ma posizione, l’Italia alla 58ma (l’anno scorso era 41esima), il Giappone alla 71ma, l’Algeria alla 134ma.
In fondo alla classifica Iran, Eritrea e Corea del Nord.
A preoccupare l’Ong è lo scenario che emerge e che racconta di un caos informativo e di una disinformazione che alimentano sia le tensioni internazionali che le divisioni all’interno delle società.
L’edizione 2022 del World Press Freedom Index mette in evidenza gli effetti disastrosi delle notizie e in particolar modo di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda.
Forte preoccupazione nei confronti di una deriva sempre più manifesta nei Paesi democratici, definita come “Fox Newsisation dei media”, neologismo che richiama all’emittente televisiva Usa.
“La polarizzazione mediatica rafforza e alimenta le divisioni all’interno della società” ha denunciato l’organizzazione, facendo notare che “le crescenti tensioni sociali e politiche vengono accelerate dai social network e dai nuovi media di opinione, in particolare in Francia”.
Secondo Rsf, lo sviluppo sempre maggiore dei media di opinione amplifica e banalizza l’informazione.
“E’ un pericolo fatale per le democrazie perchè mina le basi dell’armonia civile e di un dibattito pubblico tollerante” ha dichiarato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.
L’Ong chiede pertanto un New Deal per il giornalismo e un quadro giuridico adeguato, compreso un sistema di protezione degli spazi d’informazione democratici.