L’ennesima tragedia dell’immigrazione questa volta arriva dal confine tra Spagna e Marocco: secondo gli ultimi bilanci, almeno 37 persone sarebbero morte nel tentativo di superare la recinzione verso l’enclave spagnola di Melilla. Andiamo a vedere cosa è successo nel dettaglio
I fatti sono avvenuti venerdì: una strage nel corso di un caotico tentativo di sfondare o saltare la barriera che protegge l’enclave iberica di Melilla. Secondo quanto riporta la nota attivista Helena Maleno, le vittime potrebbero essere 37, ma forse anche di più, oltre a centinaia di feriti.
Secondo quanto riportano le autorità spagnole, più di 1500 persone si sarebbero recate al confine, nel tentativo di entrare in Europa, alla ricerca di una vita migliore. Il premier spagnolo Pedro Sánchez non usa mezzi termini: “Se c’è un responsabile di quello che è avvenuto, sono le mafie che trafficano con esseri umani”.
“È stato un attacco all’integrità territoriale del nostro Paese”, ha continuato Sánchez, parlando di “assalto violento e organizzato”.
Anche l’Rni, il principale partito di governo marocchino ha condiviso la posizione del premier spagnolo secondo cui, dietro tutto questo, ci sarebbe una “rete di trafficanti”. Per contro, le ONG denunciano un uso sistematico della forza verso i migranti: “C’è chi è caduto dall’alto, altri potrebbero essere rimasti schiacciati”, afferma Maleno, che aggiunge “Sono stati lasciati lì senza aiuto, agonizzanti”.
All’elenco dei feriti vanno, ovviamente, aggiunti un centinaio di poliziotti che sono rimasti coinvolti negli scontri.
L’enclave spagnola di Melilla è da sempre al centro di discussioni tra Spagna e Marocco, oltre a rappresentare una porta d’accesso per l’Europa per centinaia di nordafricani (soprattutto ragazzi) alla ricerca di una vita migliore.
Va da sé che è sempre stata una zona di confine particolarmente “calda” e non facile da gestire. Tuttavia, quello di venerdì è il primo ingresso massiccio di migranti a Melilla da quando lo scorso marzo il governo spagnolo aveva espresso sostegno al governo marocchino rispetto alla questione del Sahara occidentale (un’ex colonia spagnola, contesa tra il Marocco e il movimento nazionalista del Fronte Polisario), allentando così una tensione diplomatica che andava avanti da più di un anno.
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