Il settantenne, in ospedale dai primi di luglio era arrivato dal Kenia, dove si trovava per lavoro e dove avrebbe contratto il fungo. Durante il soggiorno, per curarsi da dei calcoli renali, si è rivolto a una clinica privata. Ma le sue condizioni hanno continuato a peggiorare giorno dopo giorno, così la ha richiesto ed ottenuto il trasferimento all’ospedale dell’Angelo di Mestre. In Veneto i medici, allertati dalla sua provenienza, hanno deciso di eseguire tutti i test del caso senza tralasciare nessun dettaglio.

L’esito degli esami ha rivelato quello che già si sospettava: il settantenne aveva contratto il Candida Auris, quasi sicuramente all’interno della struttura sanitaria keniota, dove è facile ci fossero altri casi in essere.

La preoccupazione degli scienziati

Gli scienziati ora sono preoccupati per la proliferazione di questo fungo che quasi uccide la metà delle persone colpite entro tre mesi.

I farmaci attuali non sono particolarmente efficaci contro i funghi e la situazione sta diventando sempre più difficile perché questi organismi stanno sviluppando una resistenza ai trattamenti antimicrobici, proprio come i batteri. La Candida Auris è un agente patogeno emergente, noto da circa cinque anni. È un fungo molto aggressivo e altamente resistente ai principali antibiotici. Ora è preoccupante perché la comunità scientifica ha rilevato che sta proliferando, pare, a causa del riscaldamento globale.

Conosciuta come il “fungo killer”, la Candida Auris causa gravi infezioni invasive ed epidemie con un’elevata mortalità. Infatti, può uccidere la metà delle persone colpite entro tre mesi. Le probabilità di non sopravvivere all’infezione fungina variano dal 30 al 70%, a seconda delle patologie pregresse del paziente. Può causare gravi infezioni in persone vulnerabili, ma è particolarmente preoccupante per la sua contagiosità.