Secondo una notizia del The Mirror, l’Arabia Saudita ha giustiziato 80 persone con una decapitazione di massa come i 120 detenuti uccisi quest’anno.

La rapida escalation di esecuzioni in Arabia Saudita potrebbe far battere il triste record del Paese di 186 omicidi nel 2019.

Sono 120 le persone uccise tra gennaio e giugno e rappresentano un aumento dell’80% rispetto alle esecuzioni effettuate durante il 2021, e più del 2020 e 2021 messi insieme.

I massacri ingiustificati

L’Organizzazione Saudita Europea per i Diritti Umani(ESOHR) ha criticato il sistema giudiziario del Paese e sostiene di aver tradito le promesse di ridurre torture e uccisioni nel sistema penale.

L’Organizzazione afferma inoltre che a causa della mancanza di trasparenza, sono venuti a conoscenza delle uccisioni solo dopo essere state eseguite.

Nel loro rapporto, il gruppo ha posto l’attenzione sull’uccisione di 81 criminali il 12 marzo. Qui più del 70% è stato condannato alla pena di morte per coinvolgimento in crimini non mortali.

Del numero totale di morti, 41 uomini (oltre il 50%) sono stati giustiziati per aver partecipato a manifestazioni pro-democratiche.

In tutto ciò, la leadership saudita ha giustificato le loro azioni definendo quello persone come “terroristi”.

L’ESOHR ha riferito che almeno tre degli uomini abbiano fornito affermazioni credibili circa l’essere torturati e le loro confessioni forzate.

Sui 120 inviati a morire, 101 erano cittadini sauditi mentre i 19 restanti erano composti da 9 yemeniti, tre egiziani, due indonesiani e un cittadino rispettivo di Etiopia, Myanmar, Giordania, Palestina e Siria.

Nonostante le promesse del principe ereditiere Mohammed bin Salman di ridurre la gravità delle accuse, la maggioranza è stata “processata e giustiziata per crimini punitivi”.

La violazione dei diritti umani

Quarantuno persone sono state messe alla gogna per “aver esercitato i diritti fondamentali, compresa la partecipazione alle manifestazioni”.

Altre 37 condannati sono stati uccisi per “crimini sconosciuti” e ciò riflette “la mancanza di trasparenza del sistema giudiziario saudita”.

Il rapporto riferisce anche “L’Arabia Saudita continua a praticare sistematicamente molte violazioni dei diritti umani, tra cui violazioni, forzature e torture. L’Organizzazione Saudita Europea per i Diritti Umani ritiene che la prima metà del 2022 abbia confermato che l’uso della pena di morte da parte dell’Arabia Saudita continua senza sosta. E ritiene che il numero e la continua minaccia dei minori confermino le false promesse di riforma”.