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Cos’è successo davvero a Hasib Omerovic, il sordomuto 36enne volato per 9 metri da una finestra a Roma?

Il 25 luglio, il 36enne Hasib Omerovic, sordomuto rom che vive a Roma nel quartiere Primavalle, è caduto dalla finestra della sua camera facendo un volo di 9 metri.

Quel giorno Hasib era solo con la sorella, anche lei disabile, e con quattro agenti di polizia in borghese che avevano appena suonato alla sua porta per chiedergli i documenti.

Le sue condizioni sono gravissime, infatti, attualmente è in stato di coma vigile al policlinico Gemelli.

La denuncia agghiacciante

La madre Fatima, il padre e la sorella sedicenne sostengono che Hasib sia stato prima picchiato dai poliziotti, tra i quali c’era anche una donna, e poi buttato giù dalla finestra.

Il pm Stefano Luciani ha aperto un fascicolo per concorso in tentato omicidio delegando le indagini alla Squadra mobile.

Al momento la Procura sta indagando anche sul motivo del controllo a sorpresa in casa Omerovic. Non si sa se l’accesso sia stato concordato con dei superiori e registrato.

Nei giorni precedenti era apparso un post su Facebook (poi eliminato) dove una donna sosteneva che Hasib avesse fatto delle avances a delle ragazzine. Si leggeva: “Fate attenzione a questa specie di essere perché importuna tutte le ragazze, bisogna prendere provvedimenti”. Nonostante non ci sia più il post, la famiglia Omerovic ha fatto in tempo a fotografarlo e a depositarlo agli inquirenti.

Poco tempo dopo, una delle sorelle di Hasib era stata avvisata dal proprietario di un bar di zona: “Hasib ha importunato alcune delle ragazze, qualcuno lo vuole mandare all’ospedale“. Il giorno successivo, c’è stato proprio il controllo dei poliziotti.

In casa sono state trovate macchie di sangue e il 12 agosto gli inquirenti hanno sequestrato una coperta macchiata e il manico di una scopa spezzato a metà.

La testimonianza della sorella

La sorella del giovane, Sonita, sotto choc, aveva raccontato alla famiglia che gli agenti avevano prima picchiato il fratello con un bastone. Dopodiché l’hanno afferrato per i piedi e l’hanno buttato giù.

I poliziotti hanno suonato proprio nel momento in cui i genitori e l’altra sorella della vittima erano dal meccanico. In casa c’è anche un termosifone divelto al muro, dal quale, secondo il racconto di Sonita, Hasib si sarebbe aggrappato.

Ad avvisare i genitori di Hasib è stata una vicina: “Al telefono mi ha passato un poliziotto che ,mi ha detto che mio figlio era caduto e si era rotto un braccio. Non posso dimenticare quel 25 luglio. Quando siamo arrivati al pronto soccorso ci hanno detto di aspettare 48 ore per sapere se Hasib sarebbe sopravvissuto”.

Al vaglio anche le dichiarazioni dei vicini, i quali affermano di aver sentito quasi ogni sera i lamenti del giovane provenire da quella casa. In più dicono anche di aver visto più volte i familiari malmenarlo. Inoltre, i vetri della finestra della sua camera sarebbero già stati rotti giorni prima a causa di una lite.

L’unica testimone è la sorella del ragazzo anche se ha un ritardo cognitivo piuttosto elevato. Tra le altre ipotesi, c’è quella che Hasib, preso da una crisi di panico a causa dei loro modi bruschi si sia sporto dalla finestra.

 

 

 

 

 

 

Fabiana Tatti

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