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Chi è stato Davide Rebellin, ex ciclista ucciso mentre si allenava? | Il drammatico precedente di Michele Scarponi

Dopo Michele Scarponi, un altro ex ciclista viene travolto e ucciso durante l’allenamento. Si tratta di Davide Rebellin. Un’altra drammatica morte su strada: le dinamiche dell’incidente non sono ancora chiare.

Chi è stato Davide Rebellin e cosa sappiamo della sua morte?

Davide Rebellin: la tragedia

A 51 anni è morto l’ex ciclista Davide Rebellin: è stato investito da un camion questa mattina, mercoledì 30 novembre, mentre si allenava a Montebello Vicentino.

Secondo una prima ricostruzione, fatta dalle forze dell’ordine intervenute sul luogo dell’incidente, un camion avrebbe travolto l’ex ciclista prima di uscire da uno svincolo. L’autista si è subito allontanato dalla zona: non è chiaro se si sia accorto dell’accaduto.

La tragica scomparsa del ciclista fa ricordare il drammatico precedente del 2017, quando Michele Scarponi, anche lui idolo del ciclismo, venne investito durante un allenamento per le strade della sua città, Filottranno.

Chi è stato Davide Rebellin?

Rebellin è stato una star del ciclismo per oltre trent’anni e si era da poco ritirato dallo sport a livello agonistico: solo sei settimane fa aveva chiuso la sua carriera professionistica con la partecipazione alla Veneto Classic. Nel 2004 vinse la Amstel Gold Race in otto giorni; conquistò per ben tre volte Freccia Vallone e Liegi. Nello stesso anno conquistò una tappa al Giro d’Italia.

Davide era un personaggio molto amato sia dagli appassionati di ciclismo che dai suoi concittadini e familiari. Rebellin è stato un grande ciclista, ma oltre a ciò ha passato la storia per aver corso da professionista fino all’età di 50 anni.

Davide lascia la moglie Fanfan Antonini, con cui si era sposato a Monaco nel maggio 2014. Prima di lei, Davide era stato sposato con Selina Martinello. La carriera di Rebellin è stata incredibile e il suo amore per il ciclismo lo ha portato a gareggiare fino all’ultimo. Di Rebellin, così come di Scarponi, rimane il ricordo di due grandi sportivi che hanno amato la loro disciplina fino all’ultimo respiro.

Marta Zambonin

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