Spettacolo

Il caso di Michelle Alexandra, l’influencer che ha svelato di essere transgender | Le reazioni degli ex

Michelle Alexandra, modella e influencer inglese di 27 anni famosa per i suoi contenuti su OnlyFans, ha recentemente svelato di essere transgender.

L’annuncio pubblicato su Instagram ha sconvolto non pochi follower, alcuni dei quali sono ex ragazzi che non hanno digerito facilmente la notizia. La modella infatti ha raccontato di aver ricevuto numerosi messaggi contenenti minacce da parte di persone con cui precedentemente aveva avuto delle relazioni, i quali si sono sentiti soggiogati dall’influencer.

Frasi disgustose del calibro di “speriamo che tu muoia” o “ti uccideremo” sono state utilizzate come armi nei confronti della 27enne che nel narrare di tali vicende non ha nascosto un certo timore.

Ma com’è possibile che la  transessualità desti ancora così tanto scalpore nel 2023?

Iniziamo con un doveroso incipit per coloro che ancora non posseggono propriamente le terminologie del linguaggio di genere.
La transessualità – cito il dizionario Treccani – indica una condizione per la quale un individuo non si sente rispecchiato dalla propria identità di genere. Per tale ragione coloro che si trovano ad affrontare questo disagio non accettano il genere loro assegnato alla nascita (Femminile e Maschile per intenderci) ma si identificano in quello opposto.

In questi casi coloro che desiderano modificare i caratteri somatici relativi al genere di appartenenza possono ricorrere alla scienza e – attraverso l’assunzione di ormoni o di interventi chirurgici –  riaffermare la propria identità fisica.

Attualmente la comunità LGBTQ+ – ovvero l’acronimo adoperato per far riferimento a tutti coloro che non si sentono rappresentati da un etichetta binaria di uomo o donna eterosessuale – predilige il termine transgender rispetto a transessuale, in quanto l’accento viene posto al carattere genere rispetto a carattere sesso biologico.

Senza rischiare di cadere in eccessivi sproloqui riguardanti l’identità di genere – per i quali vi consiglio di rivolgervi agli innumerevoli siti creati nel tempo dalla comunità LGBTQ+  per offrire sostegno e formazione a tutti gli interessati – mi domando come sia possibile che nel 2023 vi siano ancora discussioni di tale ignoranza. Uomini che si arrogano il diritto di esprimere la loro frustrazione a seguito di una dichiarazione di transessualità di una donna con la quale si sono fidanzati.

In quale universo le scelte – siano esse inerenti al proprio genere, corpo, pensiero – intraprese da un individuo devono essere giustificate a qualcuno che non sia se stessi? Quanto bisogna sentirsi insicuri per ritenere che il frequentare un individuo trangender possa minare la propria sessualità/mascolinità/eterosessualità?

A volte di fronte a tale ignoranza bisognerebbe semplicemente tacere.
E magari informarsi, per fare un favore alla comunità civile nella quale si vive.

Giulia Deledda

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