Matteo Messina Denaro, boss mafioso italiano e personaggio di grande rilevanza nelle stragi di Stato, è stato finalmente catturato in data 16 gennaio 2023. Noto anche come Diabolik, è stato uno dei capi della famiglia siciliana dei Corleonesi. L’arresto, dopo 30 anni di latitanza, è avvenuto in una clinica oncologica nella quale si stava sottoponendo a delle cure per numerose patologie.
A seguito degli omicidi commessi e delle attività illegali portate avanti – fra le quali traffico di droga, estorsione, riciclaggio di denaro – ha ricevuto la massima pena dell’ergastolo.
Un’inchiesta recente dei carabinieri però potrebbe aver svelato un dettaglio nascosto della vita del boss mafioso. Un presunto figlio, Francesco, di 18 anni, del quale ancora non si conosce nulla.
Tale possibilità nasce dal ritrovamento di abiti femminili in uno dei covi di Campobello di Mazara. La pista ha destato il sospetto che il boss dei Corleonesi possa aver portato avanti una frequentazione con una donna e da questa unione sia venuto al mondo un ragazzo attualmente maggiorenne.
In aggiunta a tali ritrovamenti, altri dettagli condurrebbero alle stesse conclusioni. Le intercettazioni – risalenti ormai a 9 anni fa – con protagoniste le sorelle del boss, per esempio, ma anche il bizzarro racconto del pentito Vincenzo Sinacori, il quale nel narrare le vicende che lo collegavano a Denaro riporta alla mente un congedo repentino del boss causa necessità di correre a Franca Alagna “per andare a fare un figlio”.
Eppure Matteo Messina Denaro in realtà un figlio legittimo già ce l’ha. O meglio, una figlia. La primogenita, di nome Lorenza Alagna, sarebbe cresciuta insieme alla madre Francesca, la nonna paterna e le quattro sorelle del boss. Non si può però parlare di perfetto rapporto padre-figlia, dal momento che il mondo segreto di Denaro ha inevitabilmente causato l’impossibilità di qualsiasi legame con la famiglia.
Ma tornando alla leggenda del presunto rampollo della famiglia siciliana, il nome Francesco non è certo un caso. Richiamerebbe infatti il nonno, don Ciccio, patriarca di Cosa nostra morto da latitante. Si narra infatti di questa figura fantasma soprattutto per le strade di Castelvetrano, Marsala, Campobello di Mazara, ovvero nei quartieri dove si presume sia cresciuto il ragazzo.
Inutile dire che secondo il codice della mafia, avere un erede maschio comporti numerosi vantaggi. Il figlio viene addestrato a codici e modelli culturali ritenuti idonei a divenire anch’essi leader dell’organizzazione criminale, valori quali l’omertà, la virilità, la forza, l’obbedienza cieca alla famiglia. I gruppi mafiosi allevano e controllano i ragazzi fin dalla giovane età. Per questa ragione la possibilità di confermare l’ipotesi della presenza di un figlio di Matteo Messina Denaro risulta fondamentale per una migliore e più approfondita analisi delle dinamiche dell’organizzazione criminale di cui il boss era a capo.
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