Netflix è senza dubbio uno dei colossi statunitensi più potenti sul mercato internazionale del nostro secolo.
La piattaforma infatti è nata come servizio di streaming sotto abbonamento che permette la fruizione di contenuti multimediali – quali film e serie TV – su uno o più dispositivi che abbiano una connessione ad Internet. Le stesse pellicole possono inoltre essere scaricate per poi venire successivamente riprodotte nel caso di impossibilità di connessione alla rete.
In questo caso non si parla di un simile televisione. Qui la programmazione non è suddivisa in fasce orarie o in cambi quotidiani, ma la disponibilità di prodotti presenti nel catalogo rimane tale per un tot periodo di tempo. Inoltre vi è la possibilità di fruire dei singoli prodotti sia in lingua originale sia in altre lingue – con o senza sottotitoli.
Insomma, chi più ne ha più ne metta.
Bisogna specificare però che – come tutte le piattaforme che prevedono una sottoscrizione – Netflix richiede una quota mensile o annuale per i propri contenuti ma non vi è alcun vincolo di tipo contrattuale e dunque si può liberamente decidere se o meno disdire la propria sottoscrizione.
L’accesso alla piattaforma avviene per mezzo di un Username e una Password che consentono al dispositivo favorito – o a qualsiasi altro dispositivo – di accedere al ricchissimo catalogo.
In merito a questo recentemente si è riscontrato come tale possibilità di condivisione delle credenziali stia man mano facendo perdere iscrizioni alla compagnia, la quale si trova sempre meno abbonamenti a fronte di famiglie o gruppi di amici che condividono lo stesso account. Si stima infatti che per 222 milioni di famiglie abbonate ce ne siano 100 che utilizzano account di amici o parenti.
Dal 2023 la società statunitense Netflix ha annunciato che addebiterà ai clienti un canone mensile aggiuntivo se le proprie credenziali d’accesso verranno condivise.
Lo rivela il Wall Street Journal. A seguito delle analisi attuate in merito al fatturato dell’azienda infatti si è realizzato che numerosi utenti extra giovano del servizio senza acquistare l’abbonamento effettivo.
Per tale ragione l’amministratore delegato Reed Hastings ha deciso di intervenire in merito alla perdita di abbonati e al calo delle entrate proponendo alcune soluzioni. Un abbonamento meno costoso, ad esempio, è stato lanciato già a novembre: 5,49 euro al mese grazie al supporto della pubblicità.
Un altra strada percorribile riguarda invece la possibilità di inserimento di un sovrapprezzo per coloro che decidono di condividere il proprio account. Al momento i prezzi non sono ancora stati annunciati, anche se si pensa che seguiranno lo schema ‘un quarto della tariffa di base’, ovvero un prezzo più economico e accessibile che possa risultare allettante per coloro che fino ad ora si sono ‘intrufolati’ nella piattaforma.
Gli accessi saranno poi monitorati dalla stessa compagnia, la quale attraverso gli indirizzi IP e ID dei vari dispositivi e le attività dei vari account prenderà nota degli utenti in condivisione istituendo un ban per chi violerà le condizioni di utilizzo. In questo modo i dispositivi che verranno scoperti usare il servizio in altre località verranno bloccati dalla piattaforma.
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