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Alessandra Mussolini e una destra… confusa | I cambi rotta dell’eurodeputata fanno venire il mal di testa

Chi è che non ha mai sentito parlare di Alessandra Mussolini?
Impossibile.

Non solo per quel cognome ingombrante che da sempre si porta con sé come un peso (anche se apparentemente ai suoi occhi appare più come un orgoglio.) Ma soprattutto per le innumerevoli dichiarazioni controverse che l’europarlamentare di Forza Italia ha fatto nel corso della sua carriera.

Da omofoba dichiarata alle lotte per le adozioni gay.
Dagli insulti a Vladimir Luxuria nella celebre puntata di Porta a Porta al sì alle celebrazioni del Pride.
Insomma, la Mussolini ci ha fatto proprio venire il mal di testa!
Ma almeno un punto fermo possiamo individuarlo: la stima indiscutibile per il nonno.

Un esempio?
Beh, le parole da lei spese in merito alle statuette del duce conservate in casa del presidente del Senato Ignazio La Russa. “É una sua giustamente libertà. Se venite a casa mia è pieno. (…) Io credo che se noi andiamo avanti con questo seminare anche un po’, non dico odio, che non sia così, ma zizzania tra le varie differenze non arriviamo da nessuna parte”.
Eh già.Non sia mai che si sparga l’odio come nel ’40/’45.

La destra italiana sembra essere in confusione…

Se la deputata FdI Maddalena Morgante qualche giorno fa chiedeva l’esclusione di Rosa Chemical per ‘proteggere i bambini’ dai rischi della fluidità di genere, ad oggi ci troviamo una Mussolini di Forza Italia in protesta per… indovinate un po’? Il diritto alla fluidità di genere.

“Il passaporto del Parlamento europeo? Non è inclusivo, e per protesta ho cancellato la mia domanda di lasciapassare perché non intendo rispondere al fatto di essere un maschio o una femmina”.

Aspettate. Fermate il gioco, non abbiamo capito.

L’eurodeputata infatti avrebbe rifiutato il lasciapassare Ue – una sorta di passaporto per i parlamentare di Bruxelles – per sottrarsi alla scelta binaria mascio/femmina presente nel modulo per l’ottenimento dello stesso.

“Mi auguro che nel campo relativo al sesso possa essere immediatamente inserita la X, che sta per altro, oppure prefer not to mention” sostiene la Mussolini dopo aver chiesto delucidazioni in merito all’accaduto. “All’ufficio competente mi dicono che bisogna inserirsi in una categoria, ma l’Unione Europea non serve a superare tutto ciò? Quante volte parliamo di discriminazioni di genere?”

La cara Alessandra ha ragione. Eccome se ha ragione!
Con questo suo tiro da 3 punti infatti è riuscita ad ottenere un grande seguito – da comunità LGBTQ+ e non solo – per coloro che giustamente fanno del riconoscimento del genere ‘neutro’ o ‘non vogliasi specificare’ una battaglia quotidiana per i propri diritti. E con sé si porta dietro anche una grande, grandissima fetta del partito Forza Italia, che a gran voce si schiera a favore di tale causa.

Ma allora chi glielo dice che nello schieramento di destra – quello a cui loro stessi appartengono per la cronaca – la fluidità di genere viene vista come inopportuna e che addirittura la deputata veronese di Fratelli d’Italia (Michela Morgante, proprio lei)  si è schierata contro le tematiche LGBTQ+ pochi giorni fa?

A Sanremo no, non è il caso.
Perché la canzone di Rosa Chemical causerebbe eccessivo scalpore, ma un polemica pubblica a fronte dei numerosissimi follower sui social invece è più che opportuna.

Però bisogna dar fede alla buona volontà dell’eurodeputata.
Passando da ‘meglio fascista che fr*cio” al sì all DDL Zan, la nuova paladina dei diritti LGBTQ+ sembra davvero aver attuato un cambio di rotta nella sua agenda politica.

E quindi noi non possiamo che rimanere qui ad ascoltarla, sperando che magari un giorno anche le sue dichiarazioni in merito ai busti del duce possano essere… diciamo, quantomeno riviste!

Giulia Deledda

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