Anna Oxa, la cantante grande ritorno di questa 73esima edizione del Festival di Sanremo non stupisce però con la sua Sai. Purtroppo il brano portato in gara si classifica all’ultimo posto, ma il giudizio non sembra riscuotere grande consenso da parte della sua manager.
Milly Milano.
Di lei si sa poco e niente. Quasi fosse un fantasma, l’unica foto a lei attribuibile risale al lontano 2016, quando il quotidiano Oggi la intervistò in qualità di ‘assistente’ e ‘amministratrice’ di Anna Oxa.
Se la sua identità appare difficilmente individuabile però, lo stesso non si può dire delle sue considerazioni – prettamente riservate alle piattaforma social – nelle quali è nota alzare parecchi polveroni, soprattutto con la comunità LGBTQ+.
“Attribuite cose scritte e firmate da altre persone ad Anna Oxa per guadagnare sui vostri blog lì non si è offesi se si divulga il post con la frase checche isteriche, lì non c’è omofobia. Siete essere inutili per la natura. Parlo a tutti a prescindere dalla propria sessualità e dall’uso che ognuno ne fa… Basta!”
La domanda sorge spontanea: che cosa abbiamo appena letto?
Partiamo da un punto fermo.
Anna Oxa è una delle cantanti italiane più note del nostro secolo, che ha scritto pagine indelebili della storia della musica del nostro paese. Una tra le voci più profonde e potenti presenti nel panorama dello spettacolo, la sua vita professionale conta innumerevoli successi:Ti lascerò e Senza pietà, ad esempio, sono solamente due dei capolavori con i quali la cantante albanese si è aggiudicata il primo posto allo stesso festival, rispettivamente nel 1989 e nel 1999.
Al netto della sua importanza nel mondo della musica italiana ci si aspetterebbe dunque un’altrettanta cura nella selezione delle persone incaricate di rappresentare questo personaggio. Ma i fatti portano apparentemente a stilare altre conclusioni.
Si legge su un post social: “Carissimi sono Milly Milano legale rappresentante della società ‘Oxarte’, per cui ha scelto l’artista Anna Oxa con cui collaborare fin dal 2014. Mi spiace che nonostante la società Oxarte abbia riportato un dato statistico presente nel web, inerente all’analfabetismo funzionale (dopo aver letto dei commenti con lamentele di non aver compreso il testo del brano “Sali”), alcuni giornalisti si siano sentiti chiamati in causa. Presumibilmente allo stesso modo e per lo stesso motivo (?), probabilmente da alcuni non è stato compreso il post”.
Un attacco diretto ai giornalisti a seguito dell’ultimo posto in classifica.
Ouch. Non sembra che il risultato sia stato preso con (com’è che la chiamano?) la cosiddetta sportività?
Ma non è la prima volte che si assiste a delle uscite poco eleganti da parte della stessa agente. Risalenti ad una polemica del 2019 infatti sarebbero delle parole decisamente inappropriate nei confronti della comunità omosessuale. Riportiamo integralmente la sua dichiarazione nell’arena politica da lei prediletta, Facebook: “Premetto che essere omosessuali non vuol dire essere ‘checche isteriche. L’aggettivo non è riferito alla sensibilità della persona ma alla volgarità che potrebbe appartenere anche agli ETERI. Non fatevi raggirare da chi fomenta odio contro Oxarte. Quelle si che sono checche isteriche e traumatizzate. Questo post è sgrammaticato ogni riferimento è puramente casuale.Ripeto abbiamo tanti amici omosessuali e per noi non cambia nulla se la persona non è volgare”.
Non riteniamo ci siano ulteriori considerazioni da fare.
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