La Spagna continua a fare passi avanti in materia di inclusione.
Passi che però sembrano non trovare tutti d’accordo.
In questo caso ci è concluso ieri giovedì 16 febbraio il dibattito inerente alla possibilità dell’approvazione della cosiddetta Ley Trans, una legge che prevede la possibilità per chiunque voglia far richiesta di autodeterminare liberamente la propria identità di genere dai 16 anni in su.
Non mancano però le polemiche.
Vediamo meglio di cosa si tratta.
La Ley Transi è una proposta di legge che faceva parte della coalizione di governo di sinistra Unidas Podemos e del partito di centrosinistra Partito Socialista Spagnolo (PSOE). La ministra delle Pari Opportunità Irene Montero del primo collettivo si era occupata di promuoverla fra le priorità dell’agenda politica, creando però un grande dibattito all’interno della stessa coalizione. Con questa legge infatti sarà sufficiente una dichiarazione della persona interessata per avere un cambiamento di identità di genere sul proprio documento d’identità, senza necessariamente possedere un certificato medico o alcun trattamento particolare.
Precedentemente infatti per poter effettuare lo stesso iter era richiesto un percorso di almneo due anni di trattamento ormonale. e una diagnosi medica o psicologica che attestasse una disforia di genere, ovvero la condizione secondo cui la persona si identifichi in un genere differente da quello assegnato alla nascita.
Le problematiche che sono sorte hanno attraversato trasversalmente numerosi collettivi anche nella maggioranza. La legge richiesta a gran voce dai movimenti LGBT+ infatti vede l’opposizione di una parte considerevole delle femministe, le quali vedono in questa norma un potenziale problema di insicurezza giuridica di applicazione di politiche contro la discriminazione delle donne. Inoltre l’autodeterminazione dei giovani dai 16 anni (dai 14 previo consenso genitoriale) in più è stata un tasto dolente sia in ambito nazionale spagnolo sia negli altri paesi che hanno ricevuto la notizia.
Da una parte la ministra Montero spiega: “Stiamo facendo un passo da gigante affinché ci siano molti bambini trans che si sentono più compresi nelle loro scuole, dalle loro famiglie”.
Dall’altra invece rispondono a gran voce i movimenti del partito di destra: “Siamo sinceramente e onestamente convinti che questa legge sarà molto dannosa: non porterà più diritti, ma piuttosto più sofferenza, distruggerà per sempre la vita di tanti bambini e adolescenti di tante famiglie”.
Alcuni Paesi come Regno Unito, Svezia e Finlandia stanno facendo un passo indietro nei confronti di tali aperture. L’Italia stessa si esprime negativamente attraverso la voce della deputata di Fratelli d’Italia Raffaella Speranzon, la quale sottolinea quanto l’ideologia gender si stia diffondendo portando confusione sia tra i cittadini sia all’interno della sua gestione nella politica stessa.
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