La birra analcolica è il prodotto alcol-free che da anni impazza sul mercato.
Questa valida alternativa infatti è perfetta per chi non vuole rinunciare alle serate in compagnia ma allo stesso tempo preferisce tenersi alla larga dai prodotti alcolici.
Le motivazioni che portano sempre più persone a rinunciare all’alcol sono molteplici: senza dubbio si va incontro ad una scelta più salutare, ma anche i fattori religiosi possono influenzare questa decisione.
Nella religione musulmana, per esempio, le bevande alcoliche sono considerate haram (peccato).
Per un musulmano il corpo deve essere purificato da tutto ciò che potrebbe causargli un danneggiamento per la mente o per il corpo. Il Corano stesso ne vieta l’utilizzo.
Ma il Corano non poteva certo prevedere l’avvento delle bibite alcoliche alcol-free, nelle quali un processo di separazione attuato in laboratorio permette l’interruzione della fermentazione alcolica degli zuccheri da parte del lievito, raggiungendo il tasso alcolico desiderato.
Come viene prodotta la birra analcolica?
Innanzitutto per comprendere il processo di produzione di un prodotto analcolico bisogna prima comprendere appieno la maniera con la quale tale prodotto viene realizzato.
La birra si riferisce a una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del malto, dell’orzo e di altri cereali, con aggiunta aromatizzante del luppolo e infine dell’anidride carbonica (CO2). Le sue origini sono antichissime: si pensa infatti che la prima produzione di bevane fermentate sia partita all’epoca degli Assiro-Babilonesi e Sumeri.
Dal prodotto così ottenuto però si può raggiungere anche un altro risultato, differente in quanto caratterizzato da una percentuale di alcol decisamente inferiore – ma non assente!
La birra analcolica infatti viene canonicamente definita quale “prodotto con grado saccarometrico o zuccherino in volume inferiore a 3 e non superiore a 8, dove per grado saccarometrico si intende la quantità di zuccheri presenti nel mosto prima della fermentazione”. Non esiste una corrispondenza precisa tra grado alcolico e grado zuccherino, ma in linea di massima si considera che 1 grado alcolico corrisponda a circa 3 gradi saccarometrici, dunque più sarà alta la percentuale del volume alcolico della birra e più alto sarà il grado saccarometrico.
La percentuale alcolica di una birra analcolica – per intenderci – è del massimo 1,3% solo nel contesto italiano, perchè il dato varia di paese in paese – in Germania è dello 0,5% mentre negli USA arriva allo 0,4%.
Per privare il prodotto dell’alcol bisogna intervenire nel processo di fermentazione, responsabile della comparsa dell’alcol all’interno del prodotto. Nella birra classica l’alcol e la CO2 si ottengono attraverso la fermentazione degli zuccheri da parte del lievito; al contrario, nel prodotto alcol-free, si interrompe la fermentazione quando si raggiunge il quantitativo desiderato di alcol oppure si utilizzano mosti con un ridotto quantitativo di zuccheri fermentescibili.
La birra analcolica presenta un sapore meno intenso di quella normale, un apporto calorico decisamente più basso e una vasta quantità di nutrienti – quali potassio, magnesio e vitamine del gruppo B – importanti per il nostro organismo.