Se ne va all’età di 76 anni l’uomo che ha rivoluzionato per sempre il salto in alto nell’atletica leggera.
Stiamo parlando del pluripremiato Dick Fosbury, atleta che ha coniato l’omonimo salto ‘Fosbury Flop’ ovvero la tecnica secondo la quale invece di svolgere uno sforzo ventrale, bisognava ribaltarsi nel vero senso della parola, scavalcando l’asticella con il corpo all’indietro e ricadendo sulla schiena.
Grazie alla sua rivoluzionaria invenzione, nel 1968 Fosbury vinse la medaglia d’oro nel torneo di atletica leggera disputatosi in Città del Messico.
Ad annunciare la sua morte è stato il comitato olimpico americano attraverso un tweet: “Abbiamo il cuore spezzato nell’apprendere della scomparsa di Dick Fosbury. È stato inserito nella USOP Hall of Fame nel 1992. I nostri pensieri sono con la famiglia di Dick in questo momento”.
L’uomo che rivoluzionò per sempre l’atletica leggera
Per pochi uomini si può affermare che ci sia stato un prima e un dopo al loro passaggio. È questo però il caso di Dick Fosbury.
Classe 1947, nato a Portlant negli Stati Uniti d’America. Sin da piccolo si interessa all’atletica leggera, anche grazie alla sua corporatura che gli consente di poter aspirare a risultati di rilievo. Con un’altezza di 2 metri e 24 centimetri infatti, Dick si qualificò facilmente ai Giochi Olimpici a Città del Messico nei quali vinse la medaglia d’oro nel 1968.
Prima di tale riconoscimento però non mancarono numerosi ulteriori successi che permisero all’atleta di guadagnarsi un posto nella storia dell’atletica leggera. Fu in occasione del campionato della NCAA – National Collegiate Athletic Association – che Fosbury ebbe modo di mostrare al pubblico per la prima volta la sua bizzarra tecnica di salto ‘ribaltato’.
Al tempo infatti tutti gli scavalcatori dell’asticella impiegavano la tecnica dello scavalcamento ventrale, ponendo appunto il ventre quale primo elemento di vicinanza all’asta e ricadendo poi con le braccia sul materassino protettivo. Nel 1968 invece Dick decise si scavalcare rovesciando il suo corpo all’indietro e cadendo sulla schiena – portando alla ribalta un nuovo stile, il salto dorsale che adesso viene oramai universalmente impiegato.
Nella gara che gli fece guadagnare di diritto un posto nella storia, il celebre atleta non passò inosservato anche a cause delle due scarpe di colore diverso che indossava non per scelte di marketing ma perchè, come dichiarerà lui stesso in seguito, “la destra di quel colore mi dava una spinta verso l’alto superiore rispetto a un altro tipo di calzatura”.
La sua carriera ebbe un’ufficiale conclusione nel 1972 e pochi anni dopo, nel 1981, egli venne inserito nella National Track & Field Hall of Fame.
Ci ha lasciati quindi un pezzo di storia che però difficilmente dimenticheremo.