È stato pubblicato il XI Rapporto sugli esiti occupazionali dei percorsi di Istruzione e Formazione professione della Direzione lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione Friuli-Venezia-Giulia.
Dai dati risulta che il 96,9% degli studenti che hanno concluso un percorso di istruzione e formazione professionale (leFP) nell’anno 2021 sono successivamente stati assunti per addentrarsi in un’esperienza lavorativa.
Questo ha suscitato parecchi ragionamenti in merito al rinominato problema della disoccupazione al quale sempre più giovani italiani vanno incontro di anno in anno.
Com’è possibile che il Friuli non sia colpito da tale emergenza?
Emergenza (dis)occupazione giovanile
Partiamo da una doverosa premessa terminologica.
Il tasso di disoccupazione è definito come rapporto tra disoccupati e le forze lavoro – ovvero coloro che potrebbero svolgere una mansione lavorativa ma non necessariamente si trovano in una situazione di occupazione. Per questa ragione gli studenti non sono considerabili forza lavoro ma inattivi, ovvero individui che non cercano attivamente un lavoro.
Il tasso varia a livello nazionale ma anche e soprattutto di regione in regione. Tra quelle messe peggio troviamo Sicilia, Campania, Calabria, dove secondo i dati Eurostat per il 2022 4 giovani su 10 erano disoccupati.
Completamente controcorrente invece il Friuli Venezia Giulia, dove la tendenza nazionale di innalzamento del tasso di disoccupazione è stata invece invertita. Su un totale di 1.343 llievi monitorati infatti – a un anno e mezzo dall’ottenimento della qualifica professionale – l’85,2% ha lavorato o svolto un tirocinio formativo, mentre solo 41 (3,1%) risultano inattivi.
Dati incoraggianti commentati dalla stessa presidentessa di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli, la quale ha dichiarato: “in Friuli Venezia Giulia un giovane su 16 è disoccupato (confronto tra disoccupati 15-24 anni, 6.358 unità, e popolazione 15-24 anni, 104.386 unità) [o, in altre parole] che meno di uno su quattro dei giovani attivi è disoccupato (attivi pari a 26.828 unità) (…) Seguendo questo ragionamento, tra l’altro, si nota che in Friuli Venezia Giulia il rapporto percentuale disoccupati/popolazione complessiva della stessa età è più basso di quello dell’Eurozona, 6,7%, del Regno Unito, 6,4%, e della Francia, 7,6%, mentre purtroppo risulta ancora più alto rispetto a quello della Germania, 3,1%.” E conclude – “Al di là di queste evidenze statistiche, che allineano il nostro territorio agli esempi più virtuosi in Europa, permane comunque il problema dell’inserimento al lavoro per chi lo cerca attivamente”.
Il problema della disoccupazione infatti continua a rappresentare una grande piaga del nostro paese. L’Italia è il penultimo paese europeo per tasso di occupazione (77,80% di occupati secondo i dati Eurostat) e in alcune regioni quali Puglia, Sardegna, Calabria e Sicilia meno del 50% della popolazione in età lavorativa risulta occupata.