Mamma a 68 anni con la maternità surrogata.
È la storia dell’attrice spagnola Ana Obregon, la quale è recentemente diventata nuovamente mamma – dopo aver tragicamente perso il figlio 27enne a causa di un cancro.
La donna si trova adesso a Miami, negli Stati Uniti, stato nel quale è rimasta in attesa del parto della madre biologica della bambina che le sarebbe stata affidata.
La sua decisione però ha destato parecchio scalpore nel suo Paese d’origine, la Spagna.
Utero in affitto o gravidanza surrogata?
Il caso dell’attrice ha riaperto il dibattito in merito a questa discussa pratica di procreazione assistita dal momento che nel paese mediterraneo non si è ancora trovata una linea comune.
La maggioranza di sinistra del Governo avrebbe rilasciato sulle testate nazionali delle parole molto dure nei confronti del tema delicato della procreazione assistita. La ministra delle Pari Opportunità Irene Montero (della fazione politica dei Podemos) e delle Finanze, Maria Jesus Montero (dei Psoe) avrebbero infatti dichiarato: “È una forma di violenza contro le donne”.
E a loro si aggiunge anche la voce della ministra dell’Istruzione Pilar Alegria (partito socialista del Premier attualmente in carica, Pedro Sanchez) la quale definisce la questione quale “utero in affitto (legalmente non consentito) e non gravidanza surrogata”.
L’ala destra invece – rappresentata da Cuca Gamarra del Partito Popolare – si è dimostrata più aperta al confronto, sostenendo che “la questione merita un dibattito profondo e sereno, perché tocca molte questioni morali, etiche e religiose”.
La donna aveva già perso nel maggio 2020 il suo primogenito biologico Alejandro Lecquio Garcia a causa di un cancro fulminante e a seguito di questa perdita avrebbe deciso di portare avanti un il processo per diventare madre nella più totale discrezione. Come riportato da Europa Press infatti nessuno, neppure i familiari della Obregon (le sorelle Celia e Amalia), erano stati informati della decisione.
La notizia ufficiale è stata diffusa dal quotidiano ¡Hola! il quale avrebbe fotografato la donna sull’uscio della clinica privata Memorial Regional Hospital di Miami con in braccio una neonata.
L’attrice infatti si è dovuta recare negli Stati Uniti in quanto in Spagna la maternità surrogata è una pratica illegale secondo quanto riportato dalla legge 14/2006. Eppure la bufera è stata alimentata dal fatto che tale pratica, seppur consentita negli Stati del continente americano, preveda un corrispettivo economico alla donna che porta avanti la gravidanza, definendo appunto utero in affitto. Nonostante la sua illegalità i figli possono essere riconosciuti dal paese spagnolo grazie ad una legge approvata nel 2010, previo accertamento di alcuni requisiti. Questa incongruenza ha di fatto portato la Spagna ad accendere nuovamente la polemica in occasione dell’accaduto concernente la Obregon.
Data la complessità e delicatezza dell’argomento, però, se ne parlerà ulteriormente nelle sedi adeguate.