La rottura è ad un passo.
I due leader politici della sinistra, Matteo Renzi di Italia Viva e Marco Calenda di Azione Viva – entrambe attualmente rappresentanti le forze del Terzo Polo – non sembrano proprio riuscire a mettersi d’accordo.
Ieri – mercoledì 12 aprile – si sarebbe dovuta tenere la riunione definitiva per la tregua tra i due partiti. Eppure, secondo le fonti, la giornata si sarebbe risolta con un nulla di fatto dopo ben tre ore di discussione.
Questa mattina lo scontro è stato aperto in maniera esplicita attraverso i canali social. Rendi definisce Calenda “un pazzo [che] ha sbagliato il dosaggio delle pillole” mentre quest’ultimo twitta “Matteo Renzi, queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine.”
Ma che fine ha fatto l’idea del partito unico?
I dettagli della riunione sono tutt’ora poco chiari.
Fino alle 18 di ieri sembrava che l’accordo fosse già stato raggiunto con sospetta facilità. Eppure un documento presentato dal leader del Terzo Polo sarebbe risultato agli occhi di Renzi più stringente delle aspettative.
Le novità che avrebbero infastidito i renziani sono:
Alla luce di queste richieste – le quali sono state giudicate inaccettabili dal partito renziano – Italia Viva ha ribattuto con una conferma di volontà di procedere al progetto del partito unico, secondo però alcune condizioni imprescindibili: “Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili – ha scritto Renzi questa mattina – Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l’elezione del Segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo”.
E pronta arriva la reazione del leader di Azione: “Il nodo è che Renzi, tornato a fare il segretario di Italia Viva, non vuole scioglierla e non vuole destinare il 2×1000 al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza”.
Nonostante questo braccio di ferro sembri volersi protrarre a lungo, da parte dei volti noti di Italia Viva – vedasi Teresa Bellanova, Roberta Giacchetti, Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto, Lisa Noja – la faida appare “inspiegabile” e a tratti “inutile”. “Questo atteggiamento fa male ai sogni e ai desideri di chi vorrebbe fare politica, ma non mi faccio trascinare nelle beghe politiche. È folle mandare a monte tutto, se Calenda dirà di no si assumerà le responsabilità. Nessuno faccia o alimenti polemiche, se vogliono le facciano loro, noi no”.
Il progetto di un Terzo Polo unito finirà davvero con un nulla di fatto?
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