La vignetta della discordia.
Quella apparsa nel numero di oggi – giovedì 20 aprile – de Il Fatto Quotidiano è davvero una causa di dissidi, dal momento che il famoso vignettista Natangelo ha deciso questa volta di rappresentare un personaggio non politico. Tale Arianna, donna non conosciuta a livello mediatico, la cui unica ‘colpa’ per esser finita in tale immagine è quella di essere la sorella di Giorgia Meloni e la moglie di Francesco Lollobrigida.
Essere imparentata con l’attuale Presidente del Governo e il Ministro dell’agricoltura di certo non è un aspetto di poco conto, ma ciò che viene sottolineato nelle pagine del Fatto è più che altro lo spezzone di discorso di Lollobrigida di qualche giorno fa, quando in occasione di un convegno della Cisal avrebbe utilizzato il termine ‘sostituzione etnica’.
Come l’avrà presa Giorgia Meloni?
(SPOILER: non bene)
“Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico.
E il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati.
Ma se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi “buoni””.
Queste sono state le parole della Premier Giorgia Meloni in risposta alla prima pagina del numero di oggi de Il Fatto Quotidiano, nel quale la suddetta Arianna viene rappresentata a letto con un uomo di colore mentre è inattesa del marito, troppo impegnato a combattere la sostituzione etnica per accorgersi del tradimento.
Una satira sfrontata, per nulla sottile ed anzi volutamente esplicita quella concessa al vignettista da parte del direttore del giornale Marco Travaglio, il quale interpellato direttamente dalla Meloni sarà chiamato a rispondere di tale vignetta.
E intanto il parterre politico si divide.
Da una parte vi sono coloro che – ben più preoccupati dalle affermazioni considerate razziste e suprematiste del Ministro dell’Agricoltura – difendono Natangelo appellandosi alla libertà della satira. Primo fra tutti un collega, il vignettista del Secolo XIX Stefano Rolli il quale interrogato sulla vicenda ha dichiarato: “a creare pregiudizio sono i deliri sulla sostituzione etnica, non certo le vignette di Nat.”
Dall’altra parte invece i più ‘protezionisti’ storcono il naso di fronte ad una vignetta che “non fa ridere e supera ogni limite di decenza”, come sarebbe stata definita dal presidente della commissione Cultura della Camera – e non a caso, esponente di Fratelli d’Italia – Federico Mollicone.
Ironia o meno, nella vignetta è stata presa in causa una donna che con la politica nulla ha a che vedere. Sarà dunque il caso di fare un passo indietro, o ‘in nome della satira’ è davvero concesso tutto?
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