Monaco per un mese.
È la nuova stravagante proposta diffusa dall’Abbazia di Montecuccoli, nella quale si stanno cercando volontari per l’estate per svolgere 30 giorni di vita monastica.
E non in un luogo di poco conto.
Immerso nella campagna toscana, a pochi passi da Firenze, il luogo nel quale i prescelti si accingeranno a passare le loro giornate è immerso nella serenità e nella tranquillità, lontano dalla vita frenetica alla quale siamo giornalmente abituati.
Forse proprio questo il motivo per il quale si sono ricevute così tante richieste, un vero e proprio boom che per la seconda estate consecutiva ha lasciato senza parole i monaci di Montecuccoli. Perché infatti non si tratta della prima volta in cui una sede della Chiesa d’Oriente propone tale iniziativa.
Il via è stato dato da un semplice post su Facebook da parte dell’account dell’abbazia.
“Stiamo cercando te come parte del nostro progetto di ricostruzione. Una personalità con un sorriso radioso, di ogni sesso, età e religione, dove l’esperienza è un vantaggio ma non un obbligo. Talento organizzativo, piacere di trattare con le persone, amare in modo incondizionato gli animali ed essere consapevole di trovarsi in un luogo religioso ma anche in un cantiere in movimento”.
‘Ricostruzione’ in quanto i monaci che attualmente vivono all’interno delle mura dell’abbazia stanno cercando di ricostruire la struttura della stessa, la quale per ben 50 lunghi anni era rimasta disabitata prima del loro arrivo.
Ma non solo. Gli obiettivi di tale ricerca sono molteplici.
Si cerca qualcuno che possa “accudire gli animali del rifugio, piccoli lavori di agricoltura/giardinaggio, cucina, pulizie e molto altro (lavori elettrici, di muratura e idraulici se specializzato/a)”, sempre con la consapevolezza di dover “stare in mezzo alla natura incontaminata del Mugello e partecipare alla ricostruzione di un monastero di cui solo i libri e i romanzi danno un’idea precisa”.
Insomma, una richiesta precisa. Bisognerà “vivere come noi per un mese (…) da giuno a settembre e forse di più”.
Inizialmente si pensava ad uno scherzo. Ma poi ecco arrivate le decine, dozzine, centinaia di richieste – a fronte di una selezione di soli 3/4 volontari eleggibili – per potersi concedere uno stop dalla solita vita ed iniziare una nuova, frenetica avventura. Sveglia al mattino, lavoro, preghiere, ancora lavoro e ancora preghiere.
Ma la vera domanda è cosa spinga uomini e donne del XXI secolo a volersi immergere in un’avventura talmente distante dalla vita che conduciamo ogni singolo giorno?
Proprio questa, probabilmente, la risposta.
La possibilità di avere una nuova vita, in un luogo che possa elargire serenità a chi ne ha sofferto la mancanza, in mansioni che per la prima volta riguardino il rapporto diretto con la terra, con altri esseri viventi, con una comunità nuova e spirituale quale quella dei monaci dell’Abbazia. Una vita, in una sola parola, più introspettiva.
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