Eurovita, compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita, è da alcuni mesi sotto i riflettori.
A febbraio di quest’anno l’Ivass, autorità che si occupa di vigilare sulle assicurazioni, aveva avviato un provvedimento nei confronti della compagnia e aveva deciso per la sospensione della facoltà dei contraenti di esercitare i riscatti regolati dai contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati fino al prossimo 31 marzo.
Quella dell’Ivass è stata una misura molto grave che può essere paragonata al congelamento dei depositi di una banca. La scelta è stata dettata dalla volontà di non deturpare ulteriormente il patrimonio della società.
Secondo fonti di mercato, attualmente il gruppo Eurovita ha una Solvency ratio, ossia l’indicatore di solidità patrimoniale, sotto quota 100. Si tratta di una situazione di massima allerta che aveva chiamato l’attenzione dell’Ivass già in passato.
Eurovita aveva meno fondi propri rispetto a quanto richiesto dalla normativa Solvency II e per rimettere a posto il patrimonio avrebbe dovuto effettuare un aumento di capitale previsto per circa 200 milioni di euro. Cinven, il fondo proprietario della compagnia, non aveva però effettuato questa operazione, di conseguenza, le autorità di controllo avevano deciso di commissariare Eurovita per evitare il rischio di distruzione patrimoniale.
Adesso c’è il timore che la crisi di Eurovita possa trasformarsi in una crisi di fiducia nell’intero settore.
La compagnia amministrativa è in amministrazione straordinaria da quando l’Ivass l’ha commissariata a inizio febbraio.
La rabbia dei clienti
C’è molta tensione tra i clienti di Eurovita. In caso di fallimento della compagnia, chi ha acquistato prodotti assicurativi da Eurovita rischia la perdita parziale o totale del capitale investito. Il rischio varia comunque a seconda del tipo di prodotto acquistato. Per la previdenza complementare ad esempio, vi sono una serie di garanzie che potrebbero assicurare la continuità degli investimenti a lungo termine. Mentre per le polizze Ramo I, il portafoglio è gestito in modo separato e in caso di fallimento il patrimonio delle gestioni separate verrebbe liquidato ai prezzi di mercato dei titoli presenti in portafoglio.
Intanto la sospensione dei riscatti è stata prolungata fino al 30 giugno e sono circa 350mila le persone in attesa di potersi riappropriare del loro denaro. Questa situazione di incertezza sta generando una diffusa preoccupazione nei numerosi clienti della compagnia e moltissimi aspettano solo lo sblocco per portare i propri fondi da un’altra parte.
È previsto un incontro pubblico organizzato da Federconsumatori per informare e intraprendere i primi concreti passi per la tutela dei risparmiatori. L’incontro è previsto per mercoledì 26 aprile alle ore 18:00 presso la sala assemblee della CGIL a Parma. All’incontro saranno presenti anche l’Avv. Marcello Spaggiari e il presidente dell’associazione Fabrizio Ghidini.
Secondo quando riportato da Milano Finanza, Civen ha provveduto a versare 100 milioni ed il commissario Santoliquido è al lavoro per una soluzione definita “di sistema”, cioè con il coinvolgimento di altre banche e assicurazioni.
L’obiettivo sarebbe quello di riconquistare la fiducia dei clienti per garantire alla compagnia un futuro in caso di salvataggio.