Le recenti dichiarazioni rilasciate da Claudio Lippi all’agenzia Dire riguardo alla nuova configurazione della Rai hanno generato un’ampia eco all’interno delle principali testate giornalistiche italiane. Tuttavia, da Viale Mazzini giunge una ferma presa di distanza nei confronti del noto presentatore. L’azienda ha sottolineato che le parole di Lippi non rispecchiano l’immagine attuale della televisione pubblica e, anzi, minano la reputazione stessa della Rai.
Questa netta presa di posizione lascia poco spazio a ulteriori interpretazioni e, di conseguenza, limita notevolmente le possibilità di Claudio Lippi di fare nuovamente televisione, soprattutto in Rai, dove da tempo auspicava un suo ritorno. Inizialmente si era ipotizzato che il conduttore potesse diventare uno dei volti di spicco della nuova Rai, orientata verso la destra politica, considerando che era stato avvistato in diverse occasioni a Montecitorio, il che faceva presupporre un possibile ritorno alla televisione di Stato. Interpellato in merito, Lippi non ha escluso la possibilità che il suo nome potesse comparire nei futuri palinsesti, tuttavia ha espresso una serie di considerazioni che, analizzate attentamente, si sono rivelate controproducenti.
In particolare, durante l’intervista all’agenzia Dire, Lippi non ha risparmiato critiche nei confronti di alcuni personaggi di spicco della Rai. Ha definito Fabio Fazio “un farabutto” per aver fornito informazioni errate riguardo agli introiti del suo programma e ha criticato la “cultura con la k” di Lucia Annunziata, ritenendola colpevole di aver condotto un’intervista aggressiva alla Ministra Roccella. Infine, ha preso di mira Stefano Coletta, l’ex direttore dell’intrattenimento, per aver concesso spazio in televisione alla comunità LGBTQ+, sostenendo che fossero stati impiegati gay e lesbiche unicamente sulla base della loro orientamento sessuale, senza tenere in considerazione le loro competenze. Secondo Lippi, la Rai sarebbe stata utilizzata per fare coming out, un’idea che non gli pare accettabile.
Le dichiarazioni di Claudio Lippi hanno generato un acceso dibattito e sollevato interrogativi sulla possibile evoluzione della Rai e sulla scelta dei suoi protagonisti. Lippi però è soltanto l’ultimo dei personaggi noti che sembrano essere usciti allo scoperto, probabilmente sentendosi legittimati dal clima generato dalla destra al governo. Negli ultimi mesi abbiamo infatti assistito a numerosi vip che sono tornati a manifestare le loro controverse posizioni.
Ne è un esempio Arisa, recentemente criticata e costretta a rinunciare all’invito al Pride di Milano. A far arrabbiare la comunità LGBTQ+ e il mondo progressista era stato un suo apprezzamento della premier Meloni, unito al fatto che aveva giudicato quest’ultima come una madre severa (riferendosi al trattamento della premier nei confronti delle minoranze), ma non come una madre desiderosa di penalizzare o lasciare indietro uno dei propri figli (quello appartenente alla comunità LGBTQ+, nella metafora scelta dalla cantante). Un altro nome di spicco è quello di Pino Insegno, probabilmente prossimo al ritorno in Rai. Riguardo al proprio ritorno quest’ultimo si è giustificato dicendo he tornerà in Rai grazie al proprio talento, e non lle raccomandazioni di Meloni o altri.
Altro esempio evidente del clima respirato da un numero non trascurabile di personaggi pubblici reazionari è quello del cantante Povia. Le sue posizioni politiche sono più o meno note da sempre, negli ultimi tempi, però, hanno trovato una vera e propria legittimazione. Meno di un mese fa, infatti, appoggiava un candidato sindaco di Porto Sant’Elpidio Massimiliano Ciarpella, aggiungendo dal palco del comizio: “Ci hanno fatto stare zitti per anni , ora è il momento di urlare”. Commento particolare quello del cantautore, dato che non ricordo di averlo mai sentito obbligato a smettere di combattere contro i mulini a vento.
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