Il Ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha negato categoricamente lunedì le affermazioni delle autorità ucraine riguardo al rinvio di un anno della restrizione dell’istruzione in lingua ungherese in Transcarpazia. Inoltre, ha affermato che l’Ungheria non sosterrà l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea fintanto che Kiev non si attenga alle norme dell’UE in merito allo status delle minoranze nazionali. Questa sembra soltanto l’ultima delle tensioni tra le autorità di Budapest e quelle di Kiev, tra cui storicamente non corre buon sangue, soprattutto a causa delle minoranze ungheresi in ucraina.
La netta posizione del ministro degli esteri ungherese
Szijjártó ha respinto le affermazioni degli ucraini secondo cui la decisione sarebbe stata posticipata, definendole propaganda e non una soluzione soddisfacente per la minoranza ungherese. Secondo il Ministro degli Esteri ungherese, il rapporto della Commissione di Venezia è chiaro nell’evidenziare che l’Ucraina non rispetta attualmente le norme europee riguardanti i diritti delle minoranze nazionali. Resta da capire se quello del ministro sia solamente l’ennesimo tentativo di minare la compattezza del blocco occidentale oppure se sia semplicemente una forma disinteressata di tutela delle minoranze ungheresi all’estero.
Le condizioni imposte
A partire dal 1º settembre, le scuole delle minoranze non potranno più operare come prima. Szijjártó ha ribadito che Budapest non accetterà l’assegnazione di 500 milioni di euro all’Ucraina dal Fondo europeo per la pace finché Kiev non rimuoverà la banca ungherese OTP dalla lista degli “sponsor internazionali della guerra”. Il Ministro degli Esteri ungherese ha chiarito che Budapest accetterà di aumentare il contributo al Fondo europeo per la pace solo a condizione che i fondi aggiuntivi siano destinati a risolvere i problemi legati all’immigrazione illegale e non all’approvvigionamento di nuove armi per l’Ucraina.
Lo scontro tra i due governi
La posizione di Szijjártó sottolinea la preoccupazione dell’Ungheria per la situazione dei diritti delle minoranze in Ucraina e pone un’ulteriore condizione per il sostegno all’integrazione ucraina nell’UE. L’Ungheria richiede che Kiev adotti le misure necessarie per garantire i diritti delle minoranze nazionali, compresa la piena libertà di istruzione nella lingua madre, prima di poter considerare l’Ucraina come un partner europeo. Resta da vedere come evolverà questa delicata questione e se i due paesi riusciranno a raggiungere un compromesso che rispetti le esigenze delle minoranze ungheresi in Ucraina e le aspettative dell’Unione Europea.