Prima diagnosi di malattia di Lyme su una bambina di 4 anni al Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento. È il primo caso riscontrato nel Sannio. La piccola, originaria di Guardia Sanframondi, è stata puntata da una zecca circa 20 giorni prima del ricovero. La zecca, presumibilmente presente sulla pelle da qualche giorno, è stata rimossa presso il Psaut di Cerreto Sannita, seguita dalla prescrizione di una terapia antibiotica con macrolide per 7 giorni. Successivamente, la bambina ha sviluppato un eritema migrante sul viso, trattato inizialmente con cortisone.
Il primo giugno, la bambina è stata visitata dai medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento dopo aver manifestato difficoltà a camminare e forti dolori agli arti, al dorso e all’addome. È stata ricoverata nel reparto di pediatria della struttura sanitaria di viale Principe di Napoli, dove i pediatri hanno sospettato la malattia di Lyme in base alla storia anamnestica e ai dati clinici. Il sospetto si è trasformato in certezza quando il laboratorio ha confermato la presenza di anticorpi anti-Borrelia burgdorferi, l’infezione trasmessa da una zecca del genere Ixodes (Ixodes ricinus) presente in Campania come parassita delle pecore.
“La diagnosi può essere formulata tenendo conto di questa malattia, poiché le manifestazioni sono varie e possono far pensare a molte altre patologie. Non a caso, la malattia di Lyme è nota come la grande simulatrice”, spiega il dottor Raffaello Rabuano, direttore della Uoc di Pediatria-Neonatologia e Utin dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fbf. “Questo caso è estremamente interessante perché fino ad oggi si pensava che la malattia colpisse solo alcune regioni italiane, come il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige. Oggi, invece, ci rendiamo conto che, forse a causa dei cambiamenti climatici, dell’habitat o di altri fattori, gli animali selvatici portano i loro parassiti anche nei centri abitati. È importante prendere misure ambientali per prevenire la malattia di Lyme e evitare le punture di artropodi.
Quando si nota una zecca sulla pelle, è necessario recarsi al pronto soccorso o dal medico anziché rimuovere il parassita da soli, poiché richiede una tecnica specifica. Non è consigliata la profilassi antibiotica dopo la puntura della zecca, poiché il rischio generale di contrarre la malattia di Lyme, anche nelle zone endemiche, è dell’1-3%”. Infine, conclude il primario, “è sempre consigliabile indossare abiti che coprano gli arti quando si va nei boschi o in campagna, utilizzare calzature chiuse e repellenti per insetti. Al ritorno da escursioni o gite nei boschi, in montagna o in campagna, è sempre opportuno controllare la pelle alla ricerca di eventuali parassiti”.
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