Novità importanti per gli automobilisti e per i gestori degli impianti di rifornimento. Da oggi, martedì 1° agosto, scatta l’obbligo per le stazioni di servizio di esporre in bella vista, oltre ai prezzi dei carburanti, anche quelli medi nazionali, così da favorire la trasparenza, e consentire agli automobilisti un confronto più agevole. Una misura voluta dal governo nel decreto benzina di inizio anno, ma fortemente contrastata dagli addetti del settore, che per osteggiarla si erano appellati al Tar. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha però respinto la richiesta, dando così di fatto il via libera all’esposizione del doppio prezzo. Da stamattina, primo agosto, il Mimit ha pubblicato sul proprio sito i prezzi della media nazionale in autostrada e quella Regione per Regione.
Il decreto Carburanti
Come previsto dal Decreto Carburanti, che introduce disposizioni in materia di maggior trasparenza dei prezzi ai distributori, da martedì 1° agosto i distributori dovranno mettere in vista accanto ai prezzi praticati nel proprio distributore, anche quelli medi nazionali. I prezzi medi verranno calcolati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), che provvederà a elaborare i dati, calcolando la media aritmetica, su base regionale e delle province autonome, dei prezzi comunicati dagli esercenti, nonché la media aritmetica, su base nazionale, di quelli comunicati dagli esercenti operanti lungo la rete autostradale..
Multe fino a 2mila euro e sospensione per i recidivi
Saranno gli stessi gestori delle stazioni di servizio a dover comunicare, le variazioni del prezzo praticato, anche in assenza di aumenti o diminuzioni. I cartelloni con prezzi praticati e medi dovranno essere esposti in evidenza. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione dei prezzi dei carburanti, i gestori rischiano una sanzione da 200 euro a 2mila euro, che tiene conto anche del fatturato dell’esercente, per il giorno in cui la violazione si è consumata. Se la violazione viene reiterata per più di quattro volte, anche non consecutive e nell’arco di 60 giorni, può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo da 1 a 30 giorni. Nonostante il no alle loro richieste, i gestori però non si arrendono e annunciano il ricorso al Consiglio di Stato. Fegica e Figisc si dicono determinati a tutelare, “in ogni sede, i legittimi diritti di una categoria che non ha nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei carburanti”. Le due associazioni continuano a sostenere che il cartello del prezzo medio “non porterà alcun vantaggio ai consumatori”, essendo peraltro incompatibile con le norme sulla concorrenza.
Continua il caro benzina
Nel frattempo non si ferma l’aumento per i prezzi dei carburanti, benzina e gasolio, alla pompa. In forte rialzo le medie nazionali dei prezzi praticati nei distributori: la verde in “fai da te” supera quota 1,9 euro/litro, il diesel 1,76 euro/litro. Per la benzina siamo ai massimi da fine luglio 2022 (quando però era in vigore lo sconto sull’accisa di 30 centesimi al litro, al netto dello sconto siamo ai massimi dai primi di dicembre 2022), per il gasolio siamo ai massimi da metà aprile. Sono i dati della rilevazione di Staffetta Quotidiana, in base alla quale sabato Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Q8 si registra un rialzo di due centesimi al litro sul gasolio, per Tamoil di un centesimo al litro.
La media nazionale del self service in autostrada, secondo i dati pubblicati il primo agosto sul sito del ministero, è di 1,984 euro al litro per la benzina e di 1,854 euro al litro per il diesel. A livello territoriale, i prezzi più alti della verde sono quelli della Provincia autonoma di Bolzano a 1,945 euro a litro e della Puglia a 1,943 euro. Sotto la soglia di 1,9 euro solo le Marche a 1,892 e il Veneto a 1,898.