Esteri

Cosa è l’AISO e perché il movimento degli indigeni sta protestando in Colombia contro una rivista settimanale?

L’invasione effettuata la settimana scorsa da un gruppo di indigeni, rappresentati dall’AISO, alla redazione della rivista “La Semana“, ha suscitato numerose proteste da parte di altri mezzi di informazione, che hanno solidarizzato con il magazine, mentre la procura ha annunciato un’indagine.

Cosa è AISO?

Il Movimento delle Autorità Indigene del Sud Occidente, è un movimento politico sociale e culturale delle autorità indigene della Colombia, che nasce dalla lotta per la terra e la difesa dei diritti dei popoli indigeni e che a partire dal 1991 partecipa alla vita politica del paese.

Propone un modello di convivenza a partire dai principi della territorialità, dell’autonomia, dell’identità, della storia propria, della partecipazione, della diversità e dell’interculturalità, manifestata nella società colombiana e nelle relazioni internazionali dei popoli indigeni.

La necessità di creare un movimento di tale leva è sentita per la forte presenza di comunità indigene nel paese. Attualmente infatti i pueblos indígenas comprendono circa 80 gruppi etnici distinti e discendono dai popoli che hanno abitato le regioni colombiane prima dell’arrivo degli europei, avvenuto intorno al 1500.

In particolare l’AISO è composto da membri delle comunità Misak, Nasa e Pijao, che vivono negli altopiani del paese.

Ma quali sono i motivi dell’attacco?

L’AISO ha giustificato la sua azione sostenendo che, il giorno in cui sono entrati nell’edificio del La Semana, la rivista aveva pubblicato notizie che “non corrispondevano alla realtà e che cercavano di attaccare un governo alternativo che si oppone a tutte le strutture di potere”.

Infatti lo scorso 28 settembre 2023, La SEMANA aveva pubblicato “Attenzione: gli indigeni che sono venuti alla marcia di Petro sono arrabbiati con il governo, hanno abbattuto le recinzioni per cercare di raggiungere la casa di Nariño”.

“Non è un’informazione veritiera”, sostiene AISO. “Hanno strumentalizzato le nostre azioni per attaccare il governo del compagno Gustavo Petro“.

Da parte sua, la direttrice de settimanale, Vicky Dávila, ha accusato il presidente di sinistra, appunto Gustavo Petro, di essere “intollerante alle critiche”.

La comunità ha precisato che alcuni media e potenti della Colombia censurano e modificano le informazioni. In questo senso, hanno dichiarato, “non si stanno scusando per quanto accaduto”.

La richiesta: il diritto a un’informazione libera e trasparente

 “È un appello a tutti i mezzi di informazione. Speriamo che con questa nostra protesta anche i media ascoltino l’appello e contribuiscano a ricercare la verità in questo paese“, ha detto Edgar Velasco, leader di AISO.

Ha poi aggiunto: “Non dovremmo neanche protestare per chiedere la verità ai media, ai politici e ai potenti di questo paese, è un diritto fondamentale che abbiamo“.

Hanno chiarito che sono indipendenti e il loro unico scopo è quello di garantire i loro diritti, quelli della terra e le loro origini.

“È stata molto forte la stigmatizzazione di vari media contro l’azione di protesta che abbiamo sviluppato nella Rivista Semana, che in nessun momento è stata violenta. Ci sono molti commenti che ci chiamano terroristi, guerriglieri, pecore e noi popoli indigeni siamo autonomi, abbiamo il diritto all’autodeterminazione“, ha poi detto Velasco.

Citano come esempio il governo di Uribe, affermando: “I mezzi di manipolazione di massa hanno venduto la sicurezza democratica accusando coloro che pensavano diversamente come vandali, terroristi, disadattati. Così tutti pensano che tali uomini meritino di essere espulsi o fatti uccidere“.

Per questo, l’AISO ritiene che ci sia una manipolazione dei media di fronte alle loro cause, e che, secondo la loro opinione, il paese “vive in uno stato di censura permanente“.

“Non possono più ingannarci, non abbiamo più paura, il paese saprà che i media manipolano e sono complici della guerra storica contro la quale lottiamo”, concludono.

 

Vittoria Serino

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