Consigliera comunale di Rifondazione Comunista prima e, in seconda istanza, fondatrice nel 1979 del Comitato inquilini delle case popolari milanesi, una realtà che garantisce anche corsi di italiano per stranieri, manutenzione degli appartamenti, doposcuola per i bambini e non solo.
Durante le ultime elezioni cittadine, fissate nel 2021, si è candidata per un seggio in Consiglio comunale con la lista “Milano in Comune – Civica Ambientalista”, senza riuscire, però, a superare la soglia di sbarramento. Negli ultimi anni, Caffa ha scritto, inoltre, una serie articoli e contributi per testate giornalistiche, spesso occupandosi del diritto alla casa, tema a lei molto caro.
Settimane fa, è stata scelta anche come destinataria dell’Ambrogino d’oro, l’onorificenza conferita dal Comune di Milano, perché essersi distinta come “un modello di cittadinanza attiva e di impegno sociale per la centralità dei quartieri popolari”.
Il sit-in di Milano di questo sabato
Franca Caffa si trovava in prima fila alla manifestazione Pro Palestina a Milano di sabato 27 gennaio 2024, assieme ad altre centinaia di persone, che hanno cercato di sfilare da piazzale Loreto, sfidando la volontà del prefetto e del Governo. Il corteo si è aperto a suon di cori vessatori contro il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, associato a Hitler, e il presidente americano, Joe Biden, definito “assassino” alla stregua di Netanyahu.
In testa, capeggiavano due striscioni dell’associazione Palestinesi d’Italia con su scritto “Fermiamo il genocidio a Gaza, salviamo Gaza”, “Contro il regime di apartheid, libertà per il popolo palestinese’ o, ancora, “Meloni complice dell’imperialismo assassino”. In coda è stata sventolata, invece, un’enorme bandiera della Palestina e uno striscione nero che chiede il “Cessate il fuoco ora”.
Il botta e risposta tra la Caffa e il carabiniere
I manifestanti sono stati, tuttavia, fermati in via Padova dalle Forze dell’ordine in assetto antisommossa, per via della concomitanza con la Giornata della memoria. “Cosa ha detto Mattarella?” ha chiesto, quindi, la Caffa, in prima fila alla manifestazione, ai carabinieri del servizio d’ordine.
Si riferiva al discorso con cui Sergio Mattarella al Quirinale ha invitato lo Stato di Israele a concedere al popolo palestinese di godere di un proprio elemento statuale. Uno di loro non ha esitato a risponderle: “Con tutto il rispetto signora, non è il mio presidente” e, quando Caffa lo ha incalzato, chiedendogli il Paese di provenienza, il militare le ha replicato: “Non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco“.
In una nota del Comando generale dell’Arma dei carabinieri si dichiara che è già stata informata l’Autorità Giudiziaria Ordinaria e quella Militare e che è stato previsto il trasferimento immediato del militare coinvolto nell’accaduto, oltre alla tempestiva adozione di tutti i provvedimenti necessari, sia di natura disciplinare sia d’impiego.