I laghi hanno sempre ispirato in vari Paesi del mondo una moltitudine di miti e leggende, legate all’esistenza di possibili mostri che nuotano nelle profondità dei loro fondali. E il continente nordamericano non fa eccezione.
I primi avvistamenti di presenze non identificate
Nel 1993, Charles Douglas si trovava a pescare presso il lago Erie, situato lungo il confine tra Stati Uniti e Canada, quando venne sconvolto per la prima volta da qualcosa di scuro, appena sotto la superficie dell’acqua. Secondo le sue rivelazioni approssimazioni, la misteriosa presenza misurava circa 30 piedi (poco più di 9 metri) e si muoveva rapidamente. Lui di tutta risposta ha accelerato la velocità della sua barca fino a 30 nodi (55 km/h), ma la creatura, qualunque cosa fosse, ha mantenuto il ritmo. Per due volte lui ha girato la barca, cercando di dirigersi verso di essa, ma scomparse.
Douglas non è stato il primo a notare qualcosa di strano nelle acque del lago Erie. Affettuosamente soprannominato “Bessie”, il mostro acquatico del Lago Erie è noto da più di un secolo. Nel luglio 1892, infatti, un capitano di un battello a vapore di nome Jenkins riferì per la prima volta di aver visto qualcosa che pensava fosse un relitto. Tuttavia, mentre si avvicinava, incontrò, invece, un “enorme serpente lungo circa trenta piedi o più”, che iniziò a seguire il suo piroscafo per oltre 20 miglia (32 km), con la testa e il collo completamente fuori dall’acqua, come se potesse attaccare la barca da un momento all’altro, prima di nuotare finalmente al largo.
La piccolezza dell’uomo davanti ai fenomeni ignoti che lo circondano
Seguirono altri, sporadici, avvistamenti in altri laghi. Ecco alcuni esempi. Ken Golic stava pescando al largo di un molo a Sandusky, Ohio, nel 1960, quando vide una creatura a forma di sigaro, secondo la sua descrizione. Quasi una decina di anni più tardi, un uomo di nome Jim Schindler dichiarò che una specie di serpente arrivò a meno di 6 piedi (circa 2 metri) da lui vicino all’isola di South Bass.
I laghi, d’altro canto, trovandosi in numerose parti del mondo, delineano la nostra vita quotidiana, e, quindi, non sono considerati remoti o lontanamente esotici. Eppure abbiamo “Champ” nel lago Champlain; “Ogopogo”, “Igopogo” e “Manipogo” in Canada, per non parlare, ovviamente, del mostro leggendario per eccellenza del lago scozzese Loch Ness, “Nessie”. Il fatto che si stimi ci siano tanti mostri lacustri, parla, forse, della profonda inquietudine che proviamo nei confronti delle acque che ci circondano.
Sopra la superficie assumiamo di avere il controllo totale sui laghi: i corsi d’acqua sono fonti indispensabili per il commercio e il trasporto di merci, ma anche per le attività ricreative e sportive. Ma le profondità oscure restano tuttora ignote. Vedere uno strano animale fuoriuscire dalla superficie di un lago significa sentire la presenza inquietante di un altro regno che emerge, dal mondo inconoscibile sottostante, turbando la nostra serena e secolare comprensione dell’acqua.
Non appena sussistono spettacoli così inquietanti in luoghi così familiari, che desideriamo addomesticarli: li nominiamo “Bessie”, “Champ” o “Nessie”. Faremo tutto il possibile per attenuare la sensazione snervante. La prevalenza di avvistamenti di mostri lacustri e il modo in cui cerchiamo immediatamente di renderli innocui riflette la nostra ambivalenza riguardo ai corpi idrici stessi. La nostra vicinanza a luoghi che non possiamo mai sondare completamente significa che dobbiamo fare immediatamente tutto il possibile per sopprimere quel disagio.