Era l’anno 1995 e Pippo Baudo era intento a condurre la quarantacinquesima edizione del Festival di Sanremo, la quale risultò essere la più seguita della storia della kermesse sanremese, quando vinse Giorgia con “Come saprei”. Quell’edizione però è diventata uno dei momenti più iconici della storia del Festival per un altro motivo.
La sera del 23 febbraio 1995, Pippo nazionale è dovuto intervenire per salvare un “signore scriteriato”, il volto e il maglioncino tra i più famosi della storia televisiva italiana, che era apparso sulla balconata proprio di fronte al palco e che aveva minacciato di buttarsi, davanti a un migliaio di ospiti del teatro Ariston e a ben 17 milioni di telespettatori.
Negli anni a venire, si è dibattuto molto riguardo la veridicità della vicenda, ma quel che è certo è che se negli anni ‘90 fossero già esistiti i social media, un caso simile avrebbe eclissato addirittura la disputa tra Morgan e Bugo dell’edizione del Festival di Sanremo 2020.
Chi è “il maratoneta del suicidio” di Sanremo?
Il soggetto in questione si chiama Pino Pagano, bolognese, all’epoca 40 enne e, a detta sua, disoccupato. La gente in sala, al momento della sua apparizione, pensò inizialmente a uno scherzo goliardico, ma la vicenda, man mano assunse sfumature di serietà. Baudo provò a instaurare dapprima un dialogo con l’uomo, ma poi, tagliando la testa al toro, salì personalmente sulla balconata per cercare di salvare il signor Pagano. L’episodio si concluse tra lacrime, abbracci e applausi.
Nei giorni successivi si ipotizzò che il presentatore avesse organizzato ogni cosa, per attirare l’attenzione dell’audience. La Rai e il conduttore Baudo, ovviamente, negarono sempre.
Tuttavia, anni più tardi, Pagano, o per meglio dire “il maratoneta del suicidio”, si rifece sentire, attraverso una lettera, in cui confermava la tesi della messa in scena decisa con la Rai, ma scagionava parzialmente Baudo: “Pippo mi perdoni, sono stato consigliato male. Mi sono molto pentito delle cretinate che ho fatto, solo per guadagnare una manciata di milioni e un po’ di pubblicità in più. Ora vedo tutto sotto un’altra luce, provo altre emozioni”.
Cosa si sa adesso di Pino Pagano?
Nel 2018, Vanity Fair ha incontrato il noto Pino Pagano, quando aveva 61 anni d’età, 280 euro di pensione di invalidità e un polmone in meno. L’intervista ha trattato della vicenda epica, rimasta impressa nella memoria collettiva ancora fino ai giorni nostri, e pronta a essere rievocata annualmente, prima di ogni edizione di Sanremo. È stata ricordata persino nell’edizione del 2018, a seguito all’irruzione sul palco dell’Ariston di un altro individuo: Fiorello ha sdrammatizzato ricordando come una volta “i contestatori andassero sulla balaustra”.
Tra l’altro Fiorello nel 1995, sei mesi dopo l’accaduto, riuscì a incrociarlo in un autogrill sull’autostrada Rimini-Bologna. Ridendo disse a Pagano: “Ma che gli hai combinato a Pippo?”. Fece un gesto di cui si è amaramente pentito. Potesse tornare indietro nel tempo, non lo rifarebbe più, ha spiegato a Vanity Fair.
Alla fine, Pagano ha riconfermato la messa in scena concordata con la Rai, siccome all’epoca non era né disoccupato, fiacché faceva consegne col furgone, né voleva suicidarsi per davvero: cercava soltanto un “trampolino di lancio”, per far parlare di sé e farsi conoscere. In un secondo momento, Pagano riuscì, infatti, ad incidere un suo disco ed ebbe qualche attimo di fama con una serie di “comparsate” in discoteca.