Un satellite europeo gigantesco terminerà la sua rotta verso la Terra alla fine di questo mese. Gli esperti hanno dichiarato che sono pronti a monitorare da vicino il fenomeno. L’hardware spaziale in questione, lanciato nello spazio ancora nel lontano aprile 1995, è il satellite Remote Sensing 2 (ERS-2), appartenente all’Agenzia spaziale europea (ESA).
ERS-2 fa il suo rientro dopo anni nel suo pianeta d’origine, a seguito dell’interruzione della sua funzione di osservazione della Terra nel 2011, siccome l’ESA ha dovuto svuotare il serbatoio del carburante per abbassare la propria altitudine, per cercare di salvare l’attrezzatura spaziale in orbita dalla collisione con altri satelliti operativi.
Secondo la stessa ESA, ERS-2 “è stato il veicolo spaziale per l’osservazione della Terra più sofisticato mai sviluppato e lanciato dall’Europa”. È dotato di strumenti radar avanzati, rivelatosi necessari, nel momento in cui si è trattato di analizzare i disastri naturali, ha affermato al Sun il dottor Minjae Kim, astrofisico dell’Università di Warwick. Al momento del decollo pesava 5.547 libbre (2.516 kg), mentre ora, privo di carburante, arriva a 5.057 libbre (2.294 kg), il peso equivalente a quello di un rinoceronte maschio o di una Tesla Model X.
ERS-2 è da ritenere una minaccia?
Centinaia di oggetti extraterrestri, quali meteoriti o veicoli lunari “falliti”, scendono sulla Terra ogni anno. Il dottor Kim ha dichiarato, infatti: “Mentre la maggior parte di essi arriva sotto forma di polvere o minuscole particelle, che sono invisibili per noi, si prevedono rocce spaziali che misurano circa 10 metri di larghezza, paragonabili per dimensioni al satellite ERS-2 alto 11,8 metri, entrare nell’atmosfera terrestre ogni 6-10 anni.
D’altro canto c’è sempre un certo grado di rischio quando si tratta di oggetti spaziali diretti verso la Terra, ma bisogna considerare che oggetti dalle dimensioni così intimidatorie da rappresentare una catastrofe per la civiltà appaiono solo una volta ogni pochi milioni di anni. I funzionari dell’ESA hanno ribadito che il rischio annuale che un individuo umano venga ferito dai detriti spaziali è inferiore a 1 su 100 miliardi, circa 65.000 volte inferiore al rischio di essere colpito da un fulmine.
Con molta probabilità, l’ERS-2 sfiderà una morte ignea, bruciando nell’atmosfera terrestre al momento del suo ritorno, anzi si prevede addirittura che non rimarranno frammenti, in caso di collisioni o danni sulla Terra. Tuttavia, non è ancora nota la data esatta in cui ERS-2 effettuerà il suo rientro.
Il dottor Kim ha continuato chiarificando che, per quanto concerne il satellite ERS-2, è difficile che stia a significare una minaccia al rientro, soprattutto perché è stato programmato per ridurre la possibilità di frammentazione. Mentre scende, passando per gli strati atmosferici più bassi del pianeta Terra, brucerà completamente. In caso di rilevamento di detriti, le probabilità che questi finiscano nell’oceano sono elevate, siccome la Terra è coperta al 70% da acqua.