La politica italiana, Rosy Bindi, è diventata famosa per aver ricoperto nel corso degli anni vari incarichi all’interno del panorama politico nazionale. Dal 1996 al 2000 è stata Ministro della Sanità, mentre dal 2006 al 2008 era Ministro per le Politiche della Famiglia.
In seguito, ha indossato le vesti di Vicepresidente della Camera dei Deputati dal 2008 al 2013, nonché quelle di Presidente del Partito Democratico dal 2009 al 2013 e di Presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013 fino al 2018.
Da qualche mese, ha assunto il ruolo di Presidente col Comitato per il centenario della nascita di Don Milani in celebrazioni, convegni e incontri con i giovani. “Quando li incontro glielo dico: siete troppo buoni, dovete farvi sentire“, afferma in un’intervista inserita nel numero di OGGI, in edicola da giovedì 14 marzo 2024.
E aggiunge, inoltre: “Consegniamo ai ragazzi un mondo meno attraente di quello che abbiamo ricevuto. Che i giovani abbiano paura del futuro è normale, anche io ne avevo, ma ero circondata da persone che mi rassicuravano. Alla mia generazione non è stato regalato niente, ma quello per cui abbiamo faticato lo abbiamo avuto”.
Per Rosy Bindi, chi usa la maniere forti nei riguardi di un po’ di vernice removibile, ma poi lascia via libera ai trattori si mostra come un potere che penalizza con chi fa fatica ad esprimere la sua voce. E del silenzio dei ragazzi dovrebbe suonare un campanello d’allarme, siccome può sfociare in rassegnazione. Rispondere a colpi di manganello è, come ha ribadito il Presidente Sergio Mattarella, un fallimento.
Il maestro di Bindi, Vittorio Bachelet, in uno dei suoi ultimi interventi prima di venire ucciso dichiarò: “È il cattivo uso dell’autorità che porta i giovani a non amare la libertà e la politica. Gli episodi bellicosi sono risposte dei più giovani al fatto di sentirsi incompresi e ignorati, ma reagendo con la forza non si fa altro che allontanarli”.
In conclusione, per quanto riguarda il rischio di una deriva autoritaria, ha espresso il seguente pensiero: “Dalla destra al governo non mi aspetto nulla di diverso da quello che stiamo vedendo, ma la funzione della sinistra dovrebbe essere questa: strutturare una proposta alternativa che restituisca al Paese – quindi ai giovani – quello che in questi decenni gli è stato tolto“.
“Una società più corretta era già stata creata – ha continuato – e i risultati erano evidenti in una maggiore affezione per la democrazia, perché le due cose vanno di pari passo: se la democrazia non mi dà tutto questo, finisco per non amarla più e se qualcuno me la porta via non mi arrabbio neanche. Anzi, soprattutto se sono giovane e ho paura del futuro, magari inizio a pensare che se comanda uno solo può andar meglio”.
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