bracciante indiano morto
Satnam Singh, un uomo indiano di 31 anni, è deceduto l’altroieri presso l’ospedale San Camillo di Roma.
L’incidente è avvenuto in un’azienda agricola a Borgo Santa Maria, frazione di Latina, quando un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre ha causato l’amputazione di un suo braccio.
Renzo Lovato, padre del titolare dell’azienda, ha parlato in un’intervista a Rai News: “È un grande dolore per tutti perché un giovane è morto sul lavoro, un evento che non dovrebbe mai accadere”. Ha aggiunto che è stata una mancanza di attenzione che ha avuto conseguenze tragiche per tutti.
Antonello, il figlio di Renzo, è oggetto di un’indagine da parte della procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo. Secondo le accuse, Antonello avrebbe accompagnato Satnam e sua moglie, che lavora nella stessa azienda, a casa loro nel furgone aziendale e avrebbe lasciato l’arto amputato su una cassetta della frutta.
Il lavoratore non era regolare e anche la moglie lavora nella stessa azienda ma senza permesso di soggiorno per il lavoro. Continuano a emergere i dettagli sulle condizioni di sfruttamento subite da queste persone: lavoravano 12 ore al giorno per 5 euro l’ora, raccogliendo zucche, zucchine e insalata.
Il datore di lavoro ha confiscato i nostri telefoni per impedire che venisse divulgata la situazione delle nostre condizioni lavorative. Successivamente, ci ha trasportato su un furgone, privandoci della possibilità di chiamare i soccorsi”, ha raccontato Sony, la moglie dell’uomo amputato da un macchinario agricolo, durante il suo colloquio con i carabinieri di Borgo Podgora, una frazione di Latina.
Un secondo individuo, ancora da identificare, è sotto indagine. Gli investigatori stanno cercando il presunto “caporale”, un indiano della stessa età di Singh.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha preso posizione sulla vicenda: “Esprimo il mio profondo cordoglio per la tragica morte del bracciante indiano, […]. Il governo Meloni è impegnato senza riserve nel contrastare ogni forma di sfruttamento sul lavoro […]. In collaborazione con il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio, continuiamo a lavorare con determinazione contro chi viola la legge e non rispetta i diritti fondamentali dei lavoratori. In Italia non ci può essere alcuna tolleranza per chi opera al di fuori delle regole. Tolleranza zero”.
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