Peter Paltchik, portabandiera e judoka chiamato a rappresentare Israele alle Olimpiadi di Parigi, si ritrova al centro di una polemica.
Peter Paltchik, conosciuto per essere il portabandiera di Israele alle Olimpiadi di Parigi 2024, è stato sommerso da critiche sui social, per un vecchio messaggio postato sulla piattaforma X (ex Twitter) con tanto di foto allegate.
Nel post su X si notano delle immagini di bombe e munizioni da sganciare su Gaza, firmate dallo stesso judoka israeliano, accompagnate dalla dicitura “From me to you with pleasure” (Da me a voi con piacere), correlata dagli hashtags #HamasisISIS e #IsraelAtWar.
La pubblicazione ha acquisito rilevanza globale quando la giornalista sportiva Leyla Hamed ha riproposto il messaggio sul suo profilo personale della piattaforma, imitata da Max Blumenthal, noto cronista americano. I due hanno condannato il comportamento del partecipante, definendolo un accanito sostenitore del genocidio palestinese sulla Striscia di Gaza, affermando che, a causa della presenza di Israele nella competizione, queste Olimpiadi saranno ricordate come «i Giochi del Genocidio».
Il gesto del 32enne, ex militare, ha incoraggiato il Comitato Olimpico Palestinese a denunciare la partecipazione israeliana ai Giochi, avanzando la richiesta di esclusione, esattamente come era successo alla Russia e alla Bielorussia. Di tutta risposta, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha preso in carico la questione, dichiarando che avrebbero valutato l’opzione, anche in base alla trasgressione da parte di Israele del cessate il fuoco concordato tra i due paesi durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici.
Sui social media, gli utenti si sono schierati dalla parte del Comitato Palestinese, infervorando la questione. Tuttavia, una buona porzione del pubblico sostiene che l’esclusione non avrà luogo per ragioni puramente politiche. Lo scopo delle Olimpiadi è quello di celebrare la sportività a livello globale, adottando il principio della neutralità, tentando di tenere sport e politica separati per non incappare in interventi e polemiche da parte dei Paesi che partecipano.
Nonostante Israele presenti tutte le carte in regola per essere omesso dai Giochi, per ora pare rimanere in gara. Questa situazione ha dato vita ad un fenomeno denominato “doppio standard”: la Russia è tagliata fuori dalla competizione, mentre lo Stato israeliano, per il momento, può tranquillamente farne parte. Eppure, entrambe le nazioni hanno recato danni agli sportivi provenienti dall’Ucraina e dalla Palestina (si parla, rispettivamente, di oltre 400 e 250 sportivi uccisi) a causa degli attacchi e dei bombardamenti.
Inoltre, l’esercito di Israele pare aver distrutto molti edifici sportivi e confiscato gli stadi a cielo aperto, tramutandoli in prigioni per i detenuti, impedendo agli atleti della Palestina di allenarsi.
Per avere una risposta definitiva, si dovrà attendere la decisione del Comitato Internazionale, facendo affidamento sui valori di umanità e i principi di uguaglianza.
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