Come gli esseri umani, ogni elefante ha il suo “nome” proprio e sa riconoscerlo: si tratta della terza specie animale con questa abilità.
Già nel 1975, la scienziata e biologa Joyce Poole aveva ipotizzato che i branchi di elefanti africani avessero istituito dei richiami specifici per richiamare e rivolgersi ai propri simili. Tuttavia, all’epoca essa era rimasta solo una supposizione, verificata successivamente da studi futuri grazie al supporto e all’ausilio delle risorse tecnologiche.
Difatti, di recente, gli esperti si sono serviti dell’Intelligenza Artificiale (IA) per confermare questa ipotesi: gli individui delle famiglie di elefanti emettono specifici suoni per richiamare l’attenzione di distinti membri del gruppo.
La ricerca, condotta dall’ecologista comportamentale Mickey Pardo e pubblicata sulla rivista scientifica Nature Ecology & Evolution mostra come gli elefanti producano dei richiami particolari per riferirsi a certi individui del branco, esattamente come si fa con il nome proprio di una persona. Effettivamente, durante alcune vocalizzazioni, solamente alcuni individui rispondevano e non l’intero branco, rafforzando l’ipotesi della capacità dell’animale di individuare specifiche frequenze sonore e di conferire un nome arbitrario al proprio referente.
L’analisi, oltre a confermare l’ipotesi della studiosa Poole, dimostra anche come certi individui scelgano di ignorare i richiami a loro non destinati. Mickey Pardo, assieme a George Wittemyer (professore ordinario di biologia all’Università del Colorado e presidente dell’organizzazione no profit Save The Elephants), ha analizzato più di 469 campioni di vocalizzazioni prodotte da branchi di elefanti presso il Amboseli National Park e il Samburu and Buffalo Springs National Reserves in Kenya, utilizzando l’intelligenza artificiale per differenziare e captare ogni suono. Tra questi, erano 101 gli elefanti che chiamavano e 117 i destinatari di tali richiami.
Gli studi hanno rivelato che i pachiderma più adulti usino questi segnali più frequentemente rispetto ai piccoli del branco, sostenendo che la pratica necessiti di allenamento ed esercizio costante per padroneggiare l’abilità. Si verificano principalmente in situazioni sociali, di comunicazione, e si tratterebbe della terza specie animale (oltre all’essere umano) in grado di assegnare un nome e un’identità specifica ad altri individui destinatari, dopo al delfino ed a una particolare specie di pappagallo.
Difatti, i pachiderma condividono molte caratteristiche sociali con l’uomo: in primo luogo quella di vivere in branchi molto ampi simili ad estese famiglie e di avvalersi di una grande vita sociale.
Si tratta di uno studio recente, il quale necessita di approfondite ricerche e di raccolte di campioni più ricchi, tuttavia gli scienziati coinvolti sono fiduciosi che la scoperta potrà rivelarsi fondamentale per comprendere il rapporto tra animale ed essere umano, allo scopo di migliorare la nostra convivenza sul suolo terrestre.
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