Rachele Mussolini, nipote dell’ex Duce, ha deciso di dire addio a Fratelli d’Italia per approdare a Forza Italia.
Rachele, nata nel 1974, è nipote diretta di Benito Mussolini, ed è stata la consigliera comunale più votata del partito di Giorgia Meloni a Roma con ben 8.640 preferenze. Tuttavia, ha deciso di dare le sue dimissioni per avvicinarsi a Forza Italia, gruppo più conforme alla sua ideologia di pensiero.
L’ex esponente di Fratelli d’Italia sostiene che sia stata una separazione difficile e ben pensata, dichiarando che si tratti di “un dolce addio a un partito a cui rimarrò sempre legata. Ho riflettuto a lungo su questa scelta”. Proseguendo, per quanto riguarda il partito della Meloni, afferma che le preme molto “ribadire l’estrema gratitudine verso quella che è stata la mia famiglia politica per oltre 20 anni: ringrazio Fdi per aver scommesso su di me e sono orgogliosa che il nostro governo sia guidato dal primo premier donna. Sottolineo inoltre che nel centrodestra regna l’armonia, è una coalizione coesa che sta governando nell’interesse del Paese”.
Tuttavia, Mussolini si dichiara più conferme alle idee e ai principi di Forza Italia (partito capitanato da Antonio Tajani), definendola “la forza più moderata all’interno della coalizione” e che sia in grado di “rispecchiare di più la mia sensibilità moderata, laica e centrista”.
Difatti, l’ex consigliera del partito della Meloni afferma di aver nutrito divergenze di opinioni e di convinzioni su alcuni aspetti rispetto alla linea d’azione di FdI, soprattutto per quanto riguarda i diritti e la famiglia.
Rachele conferma di avere un’idea di famiglia più progressista: “sono moderata, un po’ contraltare a questa componente integralista cattolica interna al partito, che rispetto. Sono diversa e lo rivendico, non mi appiattisco. Dico solo che la famiglia tradizionale è, sì, da preservare: l’ideale sarebbe quella del Mulino bianco, che però non esiste. Bisogna tenere conto del fatto che la società è cambiata”.
Mussolini si è sempre espressa in modo positivo e di apertura nei confronti delle coppie LGBTQ+ per la questione dell’adozione, inoltre aveva appoggiato il regolamento sullo Ius Scholae e si era distaccata da ogni simbolo commemorativo che rimembrava il periodo del fascismo (come il saluto romano o la fiamma nel simbolo del partito).
Ciò nonostante questo cambio ha fatto un po’ storcere il naso, poiché va contro il principio del ‘niente spostamenti tra alleati delle coalizioni’.
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