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Cos’è la droga della risata e quali rischi si nascondono dietro al gas esilarante

La morte di un 26ene evidenzia i rischi del protossido di azoto, meglio conosciuto come la “droga della risata”.

Un episodio tragico ha scosso Alessano, piccolo comune in provincia di Lecce, dove un giovane di 26 anni ha perso la vita dopo aver inalato la cosiddetto “droga della risata“.

La tragedia è avvenuta nella serata del 17 novembre, durante i festeggiamenti del compleanno del ragazzo, che si trovava in strada con i suoi amici vicino alla sua abitazione.

Stando a quanto rilevato dai carabinieri, il giovane avrebbe inalato il gas attraverso un palloncino, pratica comune tra chi cerca questo tipo di “sballo”. Subito dopo aver inalato la sostanza, ha accusato un grave malore che si è rivelato fatale. Nonostante l’intervento immediato del 118, i soccorritori non hanno potuto salvargli la vita.

Una sostanza letale mascherata da divertimento

La “droga della risata“, nome popolare del protossido di azoto, è un gas  incolore, quasi inodore e più pesante dell’aria, scoperto nel 1772.

Viene principalmente usato in ambito medico come analgesico e anestetico, per sedazioni rapide e di breve durata, specialmente in pediatria, durante il travaglio e nelle procedure odontoiatriche. La sua somministrazione avviene per via inalatoria e la sostanza viene eliminata rapidamente dal corpo, solitamente nell’arco di pochi minuti.

Tuttavia, il protossido di azoto non si limita al settore medico: trova impiego anche in ambito industriale, commerciale e scientifico. Ad esempio, è contenuto nelle cartucce per aerosol usate per montare la panna. Ed è proprio questa sua versatilità che ha contribuito a una pericolosa diffusione del suo uso ricreativo, soprattutto tra i giovani.

I rischi della “droga della risata”

L’inalazione del protossido di azoto provoca sensazioni di euforia, risate incontrollate e distorsioni della percezione. Questi effetti, seppur di breve durata, spingono sempre più persone a usarlo come sostaza ricreativa.

Ma dietro al cosiddetto “gas esilarante” si nascondono rischi enormi e spesso ignorati.

Il protossido di azoto, quando inalato a concentrazione elevate o in modo improprio, può ridurre drasticamente l’ossigeno, provocando asfissia e mettendo a rischio la salute del sistema nervoso. Un uso frequente e prolungato può causare neuropatie e disturbi neurologici permanenti. In situazioni particolarmente gravi, come quella avvenuta in Puglia, l’assunzione incontrollata può portare a conseguenze fatali, quali arresti respiratori cardiaci.

Un allarme già lanciato a livello europeo

Già nel 2022, il Centro di monitoraggio europeo sulle droghe e le dipendenze (Emcdda) aveva definito l’uso ricreativo del protossido di azoto come una “preoccupazione crescente per l’Europa”.

Oltre agli effetti psicoattivi, il gas può creare dipendenza, incentivandone un uso più frequente e pericoloso. Il basso costo, la percezione di relativa sicurezza e la facilità con cui può essere reperito contribuiscono a renderlo particolarmente attraente per le giovani generazioni.

Le cartucce di protossido di azoto, solitamente destinate a utilizzi legittimi come la preparazione di panna montata, sono economiche e facilmente acquistabili online, nei supermercati e nei minimarket. Sollevando preoccupazioni, con l’Emcdda che sottolineava come la crescente disponibilità del gas stia facilitando pratiche ricreative rischiose, soprattutto tra i giovani.

La morte del giovane di Alessano rappresenta un doloroso monito sui pericoli sottovalutati del protossido di azoto. Questa sostanza, spesso percepita come innocua, si è trasformata in un pericolo concreto, la cui diffusione tra i giovani è legata anche a una scarsa consapevolezza dei rischi.

 

Barbara Soehner

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