Un pianeta roccioso, lontano 4000 anni luce, viene definito dalla NASA come “un altro girone dell’inferno” per le sue temperature da incubo.
Tra le migliaia di esopianeti scoperti, è il pianeta Kepler-70b che ha attirato in particolare l’attenzione negli ultimi mesi per le temperature da incubo che lo caratterizzano. Descritto dalla NASA come “un altro girone dell’inferno”, con temperature a 6800°C (!), Kepler-70b è uno dei pianeti più caldi mai scoperti.
Le temperature da incubo di Kepler-70b, noto anche come KOI-55, pongono sfide uniche alla comprensione dei processi planetari. A 6800°C, il pianeta supera di gran lunga le temperature superficiali di qualsiasi altro corpo celeste conosciuto nel nostro Sistema Solare. Per dare un’idea più chiara, il sole stesso raggiunge temperature di circa 5.700°C sulla sua superficie. La situazione di Kepler-70b è quindi di gran lunga più estrema.
Kepler-70b non è sempre stato un pianeta dalle temperature estreme che lo caratterizzano oggi. Originariamente era un gigante gassoso delle dimensioni di Giove. La sua metamorfosi in un pianeta roccioso è stata il risultato della sua vicinanza alla stella Kepler-70, che nel tempo è diventata un gigante rosso. Durante questa fase, le intense radiazioni e il calore hanno portato all’evaporazione degli strati gassosi del pianeta, lasciando esposto solo il suo nucleo roccioso che ora rappresenta la sostanza del pianeta ‘infernale’.
Questa trasformazione rappresenta un viaggio catastrofico per la maggior parte dei pianeti, ma Kepler-70b è riuscito a sopravvivere come un corpo celeste roccioso, anche se in condizioni devastanti. Tuttavia, il processo di evaporazione sta continuando e gli scienziati temono che il pianeta possa presto diventare un’altra vittima della morte stellare.
Ma come è stato scoperta questo pianeta strabiliante? La NASA ha lanciato il telescopio spaziale Kepler, che poi ha aiutato nel 2011 alla scoperta di Kepler-70b, con l’obiettivo di scoprire pianeti simili alla Terra e comprendere meglio la loro possibilità di supportare la vita. Fino ad oggi sono stati identificati 5.500 esopianeti, e la ricerca continua con ulteriori missioni pianificate per aumentare questo numero.
Nonostante l’interesse scientifico però, le possibilità di visitare Kepler-70b sono praticamente nulle, e non solo per le temperature: con una distanza di circa 4.000 anni luce dalla Terra, il viaggio richiederebbe un tempo immaginabile.
Kepler-70b rappresenta una delle scoperte più affascinanti e allo stesso tempo spaventose dell’astronomia. Le sue condizioni estreme offrono uno un’opportunità unica per esplorare i misteri dell’universo, capire meglio come funzionano i pianeti e quali fattori potrebbero permettere l’esistenza di vita in ambienti più favorevoli.
Kepler-70b non è solo “un altro girone dell’inferno”, ma una finestra sulle dinamiche complesse che governano i corpi celesti e la loro evoluzione nel tempo.
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