Scienza

Gli impianti eolici sono davvero una soluzione eco friendly? Il problema dello smaltimento è un’incognita

L’eolico è il volto pulito della transizione energetica. Ma dietro le pale si nasconde una montagna di rifiuti difficile da gestire.

L’energia eolica è spesso infatti considerata una delle soluzioni più pulite e sostenibili per la produzione di elettricità. Tuttavia, dietro le turbine che svettano nei paesaggi si cela una questione ambientale poco discussa: lo smaltimento delle pale eoliche giunte a fine vita.

Il problema delle pale invecchiate e il loro riutilizzo

Le pale eoliche sono progettate per durare circa 20-25 anni. Con l’avanzare del tempo, molte di esse stanno raggiungendo la fine del loro ciclo operativo. Mentre circa il 90% dei componenti di una turbina, come acciaio, rame e alluminio, sono facilmente riciclabili, le pale rappresentano una sfida più impegnativa. Esse sono infatti realizzate in materiali compositi come fibra di vetro e resine epossidiche, che li rende estremamente resistenti ma difficili da smaltire. Attualmente, molte di queste pale finiscono in discarica, una soluzione tutt’altro che sostenibile nel lungo periodo.

Il mondo si trova dunque davanti a una nuova emergenza silenziosa: entro il 2050, si stima che oltre 43 milioni di tonnellate di pale eoliche andranno smaltite. In assenza di soluzioni concrete, rischiamo di sostituire il problema dei combustibili fossili con montagne di rifiuti non biodegradabili.

Fortunatamente, la ricerca sta facendo progressi. L’Università di Strathclyde in Scozia ha sviluppato un processo per trasformare i rifiuti compositi in fibra riutilizzabile, potenzialmente soddisfacendo il 50% della domanda globale di fibra di vetro. In Italia, il gruppo Greenthesis ha avviato un progetto per recuperare la vetroresina delle pale dismesse, riutilizzandola nella produzione di nuove pale o scafi di imbarcazioni.

Oltre al riciclo, alcune iniziative puntano al riutilizzo creativo delle pale. In Irlanda, il progetto Re-Wind ha trasformato pale dismesse in strutture per ponti. In Svizzera, la start-up Turn2Sun ha utilizzato le pale come supporto per pannelli solari, creando impianti capaci di resistere a condizioni estreme. In Australia, Acciona ha collaborato con il surfista Josh Kerr per realizzare tavole da surf a partire da pale eoliche dismesse.
Queste iniziative sono incoraggianti, ma ancora lontane dalla scala industriale necessaria. Al momento, solo una minima parte delle pale eoliche trova una seconda vita. Il resto finisce per accumularsi fuori dal nostro campo visivo, ma non dal conto ambientale.

WindEurope, l’associazione di riferimento per l’industria eolica europea, ha lanciato una sfida ambiziosa: riciclare il 100% delle pale entro il 2030 e vietare il loro smaltimento in discarica. Un obiettivo necessario, ma ancora lontano, considerando i costi e la complessità delle tecnologie attualmente disponibili.

La transizione verde è una priorità globale. Ma non può basarsi su soluzioni a metà. Se vogliamo che l’energia eolica sia davvero sostenibile, dobbiamo progettare turbine pensando già al loro fine vita. Perché anche il vento, prima o poi, si ferma.

Simona Morelli

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