Perché sulla bandiera del Brasile c’è scritto ordine e progresso (ordem e progresso)?

Non è un semplice slogan patriottico: dietro quel motto ci sono filosofia, rivoluzione e un taglio (non casuale) alla parola “amore”.

Ogni volta che vediamo la bandiera del Brasile, notiamo il verde, il giallo, le stelle su fondo blu… e quella scritta in mezzo, Ordem e Progresso, in lettere maiuscole bianche. Ma quanti sanno davvero perché è lì? E perché proprio “ordine e progresso”? La risposta affonda le radici nel pensiero filosofico francese, nei tumulti politici del XIX secolo e nella nascita di una nuova Repubblica che voleva distaccarsi con forza dalla monarchia, ma con un’estetica tutta sua.

Il motto non è nato in Brasile. Arriva dritto dalla Francia, dalla penna di Auguste Comte, filosofo positivista e teorico dell’“ordine sociale scientifico”. Il suo pensiero era chiaro: ogni società stabile si fonda su ordine, ma deve tendere al progresso. La sua frase completa era: “L’amore come principio, l’ordine come base, il progresso come fine”. In Brasile, di quel motto è rimasto solo il cuore (ordine e progresso), ma la parola “amore” è stata esclusa. E non per caso.

La nascita della bandiera brasiliana e il peso delle idee

Il 15 novembre 1889, un colpo di Stato militare mise fine all’Impero del Brasile e nacque la Repubblica. I nuovi governanti avevano bisogno di un simbolo forte e immediato. Serviva una nuova bandiera. Il compito fu affidato a un gruppo di intellettuali guidati da Raimundo Teixeira Mendes, convinto positivista. Fu lui a scegliere di tenere i colori dell’Impero – verde e giallo – ma aggiungendo un globo celeste con 27 stelle (una per ogni stato federale) e, al centro, la famosa scritta.

Il disegno fu completato in pochi giorni con l’aiuto dell’artista Décio Villares. Il verde rappresentava la casa reale di Braganza (Pedro I), il giallo quella d’Asburgo (Maria Leopoldina), mentre il blu e le stelle raffiguravano il cielo sopra Rio de Janeiro il giorno della proclamazione della Repubblica. A incrociare il globo: una fascia bianca con il motto in bella vista.

Ma perché togliere “l’amore” dal motto di Comte? Secondo storici e filosofi, Mendes riteneva che in una fase di costruzione della nazione fosse più utile puntare sulla razionalità (ordine) e sul progresso tecnico-scientifico, piuttosto che su un’idea percepita come troppo idealistica o sentimentale. In altre parole: serviva concretezza, non romanticismo.
Eppure, proprio l’assenza di quella parola ha generato nel tempo proposte di modifica. Nel 2003, il deputato Chico Alencar propose di aggiornare il motto in “Amor, Ordem e Progresso”. La proposta è rimasta lettera morta. Nel 2021 il designer Hans Donner (autore dell’identità visiva di Rede Globo) ha rilanciato la questione con la campagna “Amor na Bandeira”, ma anche questa volta senza esito.

Oggi “Ordem e Progresso” restano lì, al centro della bandiera, tra simbolismo e storia. Viene associato a un Brasile istituzionale, moderno, ma anche controverso. Il motto è stato interpretato in modi diversi: per alcuni è autoritario (sottolinea l’ordine prima di tutto), per altri è ispiratore (l’idea di progresso ha animato molti progetti di sviluppo). Come tutti i simboli politici, cambia significato con il tempo e il contesto.

Ma resta potente nella sua sintesi: tre parole, due concetti, un’assenza. E quella fascia bianca, che attraversa il cielo blu, continua a raccontare l’ambizione di un paese che ha provato a reinventarsi guardando le stelle… e lasciando il cuore un po’ da parte.