Jezebel pubblica un articolo satirico in cui alcune streghe vengono incaricate di maledire Charlie Kirk. Due giorni dopo viene ucciso
Tutto inizia l’8 settembre, quando Jezebel — storico magazine femminista e progressista noto per le prese di posizione radicali — pubblica un articolo destinato a diventare virale: “We Paid Some Etsy Witches to Curse Charlie Kirk”. Il pezzo racconta, con toni volutamente sarcastici, di aver pagato delle “streghe online” per lanciare piccole maledizioni contro il fondatore di Turning Point USA: pantaloni troppo stretti, microfoni che non funzionano, giornate storte. Nessun incantesimo reale, ma solo un modo per ridicolizzare l’attivista conservatore e il suo costante riferimento al “demone Jezebel”, usato come simbolo delle donne indipendenti che lui accusava di corrompere la società.
Due giorni dopo, la satira si intreccia con la realtà. In un auditorium dell’Università dello Utah Valley gremito da circa 3.000 persone, Kirk prende parte a uno dei suoi eventi pubblici. Improvvisamente, un colpo di arma da fuoco lo raggiunge al collo. Le immagini mostrano il panico: l’influencer si porta le mani alla ferita mentre il pubblico urla e cerca di fuggire. Trasportato d’urgenza al Timpanogos Regional Hospital di Orem, Kirk muore poche ore dopo, a soli 31 anni.
La tempistica è stata sufficiente per accendere un incendio mediatico. Nei media conservatori la narrazione è stata immediata: la sinistra radicale, attraverso la satira, avrebbe alimentato un clima di odio culminato nell’omicidio. I sostenitori della libertà di parola, al contrario, hanno difeso l’articolo come una semplice provocazione senza alcun collegamento con il crimine.
A rendere la vicenda ancora più controversa sono le stesse dichiarazioni del passato di Kirk. Nel 2023, commentando una sparatoria in una scuola di Nashville, aveva dichiarato: “Penso che valga la pena avere un costo di, purtroppo, alcune morti per arma da fuoco ogni singolo anno, così possiamo avere il Secondo Emendamento per proteggere i nostri altri diritti dati da Dio. Questo è un accordo prudente. È razionale”. Oggi quella frase viene rilanciata online con un’amara ironia, quasi come un presagio della sua stessa sorte.
Sui social fioccano i commenti sarcastici: “Non possiamo sottovalutare le streghe di Etsy”, scrive qualcuno; “Oggi ho imparato che Jezebel è ancora in giro e più potente che mai”, aggiunge un altro utente. Per molti detrattori, la vicenda è diventata una parabola grottesca sull’America delle armi e sulla polarizzazione estrema.
Le autorità hanno parlato subito di omicidio politico. Il governatore dello Utah ha definito il crimine “un assassinio che colpisce la democrazia americana” e ha avvertito che verrà applicata la pena di morte se il colpevole verrà identificato. L’FBI ha confermato di aver fermato un sospettato vestito di nero, poi rilasciato: le indagini restano aperte.
Nel frattempo, le reazioni politiche si moltiplicano. Donald Trump, che ha definito Kirk “un martire della verità e della libertà”, ha ordinato bandiere a mezz’asta e accusato la sinistra radicale di aver contribuito al clima di odio. Marco Rubio e JD Vance hanno espresso dolore e cordoglio, Elon Musk ha attaccato i progressisti definendoli “il partito dell’omicidio”.
Ma mentre politici e leader si schierano, le comunità pagane e neopagane osservano con crescente preoccupazione. Portali come The Wild Hunt temono che l’associazione tra “streghe di Etsy” e omicidio politico riaccenda vecchi pregiudizi, trasformando una satira innocua in una nuova arma retorica contro pratiche religiose già marginalizzate. Jezebel, intanto, difende il proprio pezzo come satira culturale.
La morte di Charlie Kirk non è quindi solo una tragedia personale o politica: è diventata un caso globale, un prisma attraverso cui si riflettono tutte le contraddizioni americane — la difesa estrema del Secondo Emendamento, la fragilità della libertà di espressione e la polarizzazione che trasforma ogni evento in un campo di battaglia ideologico.
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