Con una Kia Picanto modificata da 9mila euro, guidata esclusivamente con i piedi, Nicholas racconta la sua vittoria personale
Prendere la patente, per la maggior parte delle persone, è un rito di passaggio: la prima vera attestazione di autonomia, un lasciapassare verso la vita adulta. Ma cosa accade quando questo traguardo, apparentemente scontato, diventa una maratona di anni, fatta di prove, spese ingenti e incertezze burocratiche? È la storia di Nicholas Deplano, 24 anni, nato senza braccia, residente a Badalucco, nell’entroterra ligure.
Dopo sei anni di tentativi, oggi Nicholas stringe finalmente fra i piedi, letteralmente, la sua patente. Un piccolo cartoncino rosa che, nel suo caso, vale più di mille altri documenti: è sinonimo di indipendenza e dignità. “Per qualcuno, la patente è una cosa banalissima – scrive sul suo profilo Instagram, sorridente con il documento nuovo di zecca –. Per me non è solo un quadratino in PVC, è un passepartout per iniziare una nuova vita con un’ottica diversa”.
La sua è stata una vera lotta contro il tempo e contro il sistema. A 18 anni si era presentato come qualsiasi ragazzo davanti alla scuola guida, ma ben presto si è scontrato con un muro fatto di regolamenti non aggiornati e istituzioni poco preparate. La stessa commissione medica, che alla fine gli ha concesso l’autorizzazione, si era dichiarata inizialmente impreparata davanti a un caso del genere, probabilmente unico in Liguria e tra i pochissimi in tutta Italia.
Il problema principale era il mezzo: nessuna autoscuola avrebbe potuto procurargli un’auto appositamente adattata. Così, la famiglia ha dovuto acquistare in anticipo una Kia Picanto del 2022 e farla modificare radicalmente per consentire a Nicholas di esercitarsi e sostenere l’esame. Il costo, circa novemila euro, ha rappresentato un ostacolo enorme, ma necessario. Senza quell’investimento, non avrebbe mai potuto dimostrare di essere in grado di guidare.
Oggi Nicholas è tra i pochissimi automobilisti italiani che guidano esclusivamente con i piedi: con quello sinistro tiene saldo il volante, con quello destro gestisce acceleratore e freno. Il cambio è rigorosamente automatico e l’assetto della vettura è stato calibrato su misura, dopo molte prove e tentativi. “Abbiamo provato più soluzioni e alla fine abbiamo trovato quella ottimale”, racconta.
Il percorso che ha condotto Nicholas alla patente non è solo tecnico, ma profondamente umano. È il frutto di una perseveranza rara, che lo ha spinto a non mollare nemmeno quando la strada sembrava chiusa. “Voglio dimostrare che la perseveranza e la voglia di andare in fondo a una cosa hanno dei frutti. I traguardi non si raggiungono aspettando gli altri”, afferma oggi, consapevole che la sua impresa può ispirare chiunque si trovi davanti a una difficoltà.
La quotidianità di Nicholas è segnata da un adattamento creativo che ha trasformato i piedi in veri e propri strumenti multifunzionali. C’è chi ha imparato a conoscerlo grazie a un servizio televisivo de Le Iene, dove Andrea Agresti aveva raccontato la sua vita: vestirsi, lavarsi i denti, svitare il tappo del dentifricio, scrivere messaggi sul cellulare o persino mettere lo zucchero nel caffè. Tutto, rigorosamente, con i piedi. Un gesto che per gli altri è scontato, per lui diventa dimostrazione di abilità e di una volontà ferrea.
La patente, però, non è il primo grande traguardo della sua vita. Nicholas è già noto nel mondo della musica con il nome d’arte Feet Deejay: lavora come dj e producer, spostandosi fra eventi e locali della provincia di Imperia. Ora, con la possibilità di guidare, potrà farlo senza vincoli, scegliendo i propri spostamenti in autonomia, senza dipendere da nessuno. “Suono negli eventi o nei locali in cui mi chiamano. Non è stato facile questo percorso di guida. È stato un cammino molto lungo, ma non ho mai voluto mollare. Ci sono stati momenti in cui avrei lasciato perdere, ma alla fine ho lottato fino all’ultimo assieme ai miei genitori”.
Ma non c’è solo la musica nel futuro di Nicholas. Il suo sogno nel cassetto è quello di correre come copilota di rally accanto al fratello Christian. Una passione che si lega al desiderio di spingersi sempre oltre i limiti imposti dalla nascita e dal contesto. “Io ho dovuto contare sempre su me stesso. I traguardi non si raggiungono aspettando gli altri”, ripete come un mantra.
Il suo percorso non è stato privo di cadute, ma il messaggio che porta con sé è universale: la forza non è qualcosa che ci viene regalato, ma che possiamo costruire. E in un’epoca in cui l’autonomia è data per scontata, la storia di Nicholas ricorda quanto sia rivoluzionario riconquistarla, centimetro dopo centimetro, passo dopo passo, chilometro dopo chilometro.
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