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Amore, guerra e radici: Licio Bossi racconta “Ci vediamo a Trieste”

Trieste tra amore e Grande Guerra: Licio Bossi racconta “Ci vediamo a Trieste”, storia vera di una giovane donna in fuga dal suo destino.

Nella sua nuova opera Ci vediamo a Trieste, pubblicata da Santelli Editore, Licio Bossi ci accompagna nella Grado e nella Trieste asburgica agli albori del Novecento. Un periodo storico in cui la città giuliana, ancora parte dell’Impero austro-ungarico, viveva una doppia identità tra appartenenza mitteleuropea e forte vocazione irredentista verso l’Italia. In questo contesto ricco di fascino culturale e tensioni politiche, Bossi intreccia amore, guerra e identità in un romanzo che affonda le sue radici nella storia familiare dell’autore.

La protagonista del libro è Andreina, giovane donna costretta a un matrimonio imposto, che però decide di scegliere la libertà: fugge da Grado insieme a Giorgio, l’uomo che ama, salpando verso Trieste. Una scelta coraggiosa e sorprendentemente moderna per l’epoca, che dà l’avvio a una storia intensa. Gli anni felici a Trieste vengono presto travolti dal precipitare della Prima guerra mondiale, dall’irrigidimento dell’Impero asburgico e dalla mobilitazione di migliaia di giovani che si trovano a combattere su fronti opposti.

Bossi non racconta soltanto il dramma del conflitto, ma anche il coraggio delle relazioni umane che resistono alle fratture della Storia: amicizie e amori che finiscono bruscamente nelle trincee del Carso, una delle zone simbolo dello scontro tra Italia e Austria-Ungheria. Andreina, nel cuore della devastazione, riesce comunque a restare un punto di riferimento emotivo, una donna pronta a sfidare non solo le convenzioni sociali ma anche le proprie fragilità.

“Ci vediamo a Trieste” è dunque un romanzo storico, ma anche profondamente sentimentale: parla di radici, di identità, di appartenenza. Un libro che mette al centro la forza delle scelte personali e il peso degli eventi collettivi.

Abbiamo avuto quindi modo di parlarne direttamente con l’autore, per approfondire la nascita del progetto e il valore dei suoi personaggi.

Come nasce l’idea di ambientare una storia d’amore nel contesto della Trieste asburgica?

Lo spunto nasce da una storia vera. La bisnonna di mia moglie agli albori del ’900 è davvero fuggita da Grado per rifiutare un matrimonio imposto.

Andreina è una figura forte e fragile allo stesso tempo: quanto c’è della donna moderna in lei?

Andreina sin da subito si dimostra una donna molto emancipata. Il fatto di fuggire da casa, a quei tempi, la pone in una dimensione inimmaginabile. Poi, nel drammatico contesto dello scoppio della Grande Guerra (Trieste asburgica con una fortissima vocazione irredentista) combatte con coraggio anche la sua fragilità.

Cosa ti affascina del confine tra romanzo storico e sentimento personale?

Il libro mi sembra affascinante nel raccontare con delicatezza e crudeltà il sentimento dell’amore e le atrocità della guerra. Nel momento in cui gli amici si trovano a combattere in opposte trincee con profonde sofferenze interiori, Andreina si dimostra forte e risoluta.

admin

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